Incendio doloso al «Satin» il locale di Simona Ventura

Danni limitati per il rogo scoppiato ieri pomeriggio nel locale chiuso da un mese per «motivi sindacali»

Incendio doloso al «Satin» il locale di Simona Ventura

Enrico Lagattolla

Il fumo nero e denso che filtra dalle serrande abbassate, l’odore acre che si diffonde rapido nella strada. Civico 2 di via Rastrelli, a pochi passi dal Duomo. Le fiamme invadono il «Satin», rinomato ristorante di proprietà di Simona Ventura ma che, attualmente, non è più gestito dalla presentatrice. Diradate le nebbie del rogo, si conteranno solo pochi danni. Ma molti punti restano da chiarire. Col passare dei minuti, l’ipotesi più accreditata sarà quella dell’incendio doloso.
Sono circa le due e venti del pomeriggio di ieri. I dipendenti dell’hotel Plaza, che sorge sopra il locale, lanciano l’allarme. In pochi minuti arrivano i vigili del fuoco, entrano dall’ingresso di servizio che dà nel cortile di via Paolo Da Cannobio, e domano l’incendio. Tutto finito, ma i dubbi restano.
Ancora nessuna versione ufficiale. Tuttavia i tecnici che hanno svolto i primi rilievi, in accordo con gli agenti di polizia giunti sul posto, si convincono in breve della natura dolosa dell’incendio.
Diversi gli indizi che fanno una prova. Primo. A bruciare sono solo un tavolino e cinque sedie, collocati in un angolo del locale in cui non si trovano né prese di corrente, né apparecchi elettrici, né tantomeno fiamme vive. Le tubature del gas erano chiuse, e in funzione c’erano solo i frigoriferi.
Secondo, le serrande di via Rastrelli erano chiuse dall’esterno, così come l’ingresso secondario. E nessun segno d’effrazione è stato riscontrato.
Terzo, il «Satin» - cento metri quadri di specchi, marmi e stucchi - era chiuso da un quasi un mese, ufficialmente «perché così abbiamo deciso di fare quest’anno». Sono le parole di Andrea Gallesi, ultimo responsabile del ristorante per conto della società Albagestioni. «D’estate il locale non tira - ha spiegato -, è inutile tenerlo aperto». Ma la versione degli inquirenti è un’altra. La serrata del «Satin», infatti, avrebbe motivi «sindacali». Il personale, a cui da tempo non venivano pagati gli stipendi, si era licenziato in blocco agli inizi di maggio.
Quarto, le modalità con cui l’incendio si è sviluppato. Secondo i tecnici dei vigili del fuoco, si è trattata di «una combustione lenta, consumata quasi in un’ora»». Questo, dunque, lo scenario: fiamme che divampano all’una e mezza circa, in pieno giorno e sotto gli occhi di tutti. Eppure nessuno dei commercianti della zona ha notato nulla di sospetto.
Gli uomini della scientifica, giunti sul posto nel tardo pomeriggio, stabiliranno se e quali reagenti sono stati utilizzati per provocare l’incendio. Le ipotesi più accreditate fanno riferimento a benzina, gasolio, e solventi usati per le pulizie.


Troppi elementi per pensare a un improbabile fenomeno di autocombusione. Da parte di Simona Ventura, nessun commento. Al «Satin», intanto, restano le pareti annerite e le serrande abbassate. In più, qualche dubbio di troppo.

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