Incerto il sesso dei neonati in un caso su 5mila

Non sempre, alla nascita si può affermare con certezza se il neonato è maschio o femmina. Ogni anno, infatti, circa un bambino su 5mila al mondo nasce con un’anomalia dei genitali esterni che non consente un’immediata attribuzione del sesso alla nascita. Il neonato con genitali «indefiniti» rappresenta, oltre che un problema diagnostico per il neonatologo, anche uno stress emotivo per la famiglia. Dal 24 al 26 aprile si terrà a Roma un convegno internazionale sulle anomalie sessuali che vedrà coinvolti i maggiori esperti mondiali. Si tratta di una autorevole messa a punto sulle più recenti acquisizioni in merito all’eziologia delle diverse affezioni, le modalità di assegnazione del sesso alla nascita, le varie opzioni chirurgiche negli individui di sesso maschile e femminile, le problematiche psicologiche e medico legali.
Gli esperti ritengono importante che l’assegnazione del sesso sia decisa nel più breve tempo possibile attraverso un lavoro multidisciplinare composto da neonatologo, endocrinologo, genetista, chirurgo pediatra, psicologo e medico legale come già avviene all’ospedale «San Camillo-Forlanini» della Capitale dove una task force di medici specialisti è impegnata ad evitare un’erronea assegnazione del sesso alla nascita grazie ad una diagnosi precoce. «A volte, infatti i genitali hanno caratteri ambigui, non attribuibili con certezza al sesso maschile o femminile.

L’assegnazione del sesso viene sospesa in attesa delle opportune indagini diagnostiche», ha detto il dottor Giacinto Marrocco, chirurgo pediatra, uno degli specialisti del team che opera in modo da rendere possibile in tempi rapidi una corretta attribuzione del sesso, intervenendo, quando necessario, chirurgicamente. Con l’attuale tasso di natalità in Italia, nascono circa 500mila nati vivi e circa 150 ogni anno presentano anomalie genitali.

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