Le indagini? Mica cè bisogno di tante verifiche. Bastano Repubblica e La Gazzetta dello Sport. Un po come al bar: un caffè, la Gazza e un po di chiacchiere di calcio. Parlando di giustizia ha del surreale. Ma così è in questo Paese dove sovente le tesi si confezionano «a prescindere», come diceva il principe de Curtis. Dimostrazione ne è la deposizione del colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio, grande inquisitore di Calciopoli, «controesaminato» martedì scorso davanti alla nona sezione del tribunale di Napoli. Per otto ore, lufficiale ha risposto alle domande dellavvocato Maurilio Prioreschi, che con Paolo Trofino assiste lex dg della Juve Luciano Moggi, e di Paolo Gallinelli, legale dellex arbitro Massimo De Santis.
Più volte il legale di Moggi ha insistito nel chiedere lattività di indagine svolta su ogni singola partita e Auricchio ha sottolineato che linvestigazione si limitava più che altro a esaminare quanto emergeva dalle intercettazioni e non riguardava nello specifico la valutazione delle decisioni arbitrali (ammonizioni, espulsioni, rigori, fuorigioco ecc.) ma ci si limitava a confrontare gli indizi raccolti dalle telefonate con i tabellini e le cronache delle partite «sospette» che solo in alcuni casi furono visionate dai carabinieri. Come ha rilevato lavvocato: «Caro colonnello, quando lei ascolta una intercettazione in cui uno dice ho ammazzato il Papa, che fa, una informativa o va a verificare che il Papa è stato ammazzato?». La risposta: «No, ma che centra? Io vado a vedere solo le cose che dal punto di vista investigativo ci interessano».
E cosa interessava gli inquirenti? Ecco un passaggio dello scambio di battute in udienza.
Prioreschi: «Juve-Bologna, successiva, l'ha vista?».
Auricchio: «Credo di sì».
Prioreschi: «Ci sono stati episodi particolari?».
Auricchio: «Sì, dal Corriere, Repubblica e Gazzetta: la Juve vince con una mezza punizione dal limite e negati due mezzi rigori al Bologna».
Prioreschi: «Sono tratti dalla stampa».
Auricchio: «Come sempre».
Unabitudine, dunque, la lettura dei giornali portati come prova. A volte anche Internet dà una mano. Come in Lecce-Parma 3-3.
Auricchio: «... Morfeo fu espulso».
Gallinelli: «No, questa è una inesattezza».
Auricchio: «Sì, è vero, il tabellino riportava questo...».
Gallinelli: «Ma allora lavete vista o no la gara?».
Auricchio: «Il tabellino di un giornale portava Morfeo espulso e noi lo abbiamo riportato così... la Gazzetta riportava così... Non è un errore nostro ma della Gazzetta... Il dato che abbiamo importato con taglia/incolla dal sito della Gazzetta dello Sport, con formazioni, arbitri e note. Questo tabellino riporta un errore che abbiamo subito modificato».
Dati statistici, come quelli sugli arbitri che hanno diretto la Juventus (11 diversi su 37 partite). Con arbitri non indagati una media punti di 2,63; con gli arbitri indagati 1,89. Dati statistici, appunto, come quelli che risultano da indagini fatte però solo per la Juventus: cartellini gialli «mirati», ma non i cartellini rossi a favore (la Juve è ultima nella graduatoria dei beneficiari di espulsione di un giocatore avversario, guidata da Cagliari, Brescia e Roma).
Indagini che mostrano buchi e omissioni.
Prioreschi: «Intercettazione del 5.1.2005, ore 14.30, tra Fazi e Bergamo (Maria Grazia e Paolo, lex designatore arbitrale e la sua segretaria, ndr), dove questi riferisce di telefonate di Moratti, e di una cena che aveva organizzato con Facchetti, perché si lamentavano degli arbitri, e di un'altra telefonata in cui Bergamo riferisce di colloqui con Moratti. Ora, noi abbiamo cercato queste interlocuzioni tra Bergamo e Moratti, ma non le abbiamo trovate. Lei sa spiegare perché queste telefonate non ci sono, visto che il telefono di Bergamo era intercettato?».
Auricchio: «Non lo so, non so dare spiegazioni».
Prioreschi: «Dottore (rivolto al pm Giuseppe Narducci, ndr) lei ha messo sotto intercettazione tutti i telefoni di Bergamo».
Narducci: «Qualcosa sarà sfuggita, magari non tutti i telefoni erano sotto controllo».
Auricchio: «Tutte le telefonate intercettate sono state riportate, e quelle che non sono state riportate sono state compendiate. Facchetti avrà chiamato su altro numero».
Qualcosa sarà sfuggito, dice la pubblica accusa. Appunto. Alle volte anche il buon senso.
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