Un barbone da riviera, alto, magro, barba bianca e «un non so che di distinto». Nessuno conosce il suo nome ma di lui si sa che fa la spola tra la Costa Azzurra e Recco. O meglio, faceva la spola, perché negli ultimi tempi è sparito. Da quando, pare, a marzo sono intervenuti i vigili e lo hanno sfrattato dalla famosa villetta di Mulinetti di proprietà del demanio. Lui, il barbone, non si è scomposto ma, noblesse oblige, ha girato i tacchi e se ne è andato.
È l'ultimo atto, almeno per ora, di una storia di mala amministrazione, sprechi, e accuse di abusi d'ufficio. Con tutti i rami della giustizia amministrativa, finanziaria e ordinaria ad aprire fascicoli d'inchieste mentre i giornali incedono con malcelato godimento su allusioni di alcove segrete e incontri proibiti che si sarebbero «consumati» praticamente sulla spuma delle onde che si infrangono ai piedi della villetta. Villetta ristrutturata 4 anni fa con un costo per i cittadini di circa 300 mila euro e che da alcuni mesi è tornata a essere terra di nessuno: scritte sui muri, citofoni divelti, impianto di condizionamento messo fuori uso. Un'atmosfera desolante, rinvigorita (raccontano i bene informati) la sera da gruppi di giovani che hanno fatto della terrazza sul mare il luogo preferito per una serata da «sballo».
La storia ha inizio nel 2000 quando la Capitaneria di porto che occupa l'edificio si trasferisce a Camogli. Viene indetto un bando per dare in concessione la casa e un noto ristoratore genovese, Giampaolo Venturini, vince la gara al fine di realizzare un ristorante.
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