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Inchiesta su "Girgenti Acque": rimosso il prefetto di Agrigento

Nicola Diomede, in passato capo della segreteria tecnica di Angelino Alfano al Viminale, è stato rimosso dal suo incarico di prefetto di Agrigento: la decisione a seguito dell'inchiesta che vede coinvolti, tra gli altri, anche il padre di Alfano e numerosi politici e professionisti locali

Inchiesta su "Girgenti Acque": rimosso il prefetto di Agrigento

Salta la prima testa tra le istituzioni agrigentine colpite dall’inchiesta, le cui prime importanti indiscrezioni si sono avute nella giornata di mercoledì, sulle modalità di assunzione in seno alla società Girgenti Acque e che, tra le altre cose, vede coinvolti 73 indagati tra politici ed imprenditori della provincia di Agrigento; nel Consiglio dei Ministri di questo venerdì mattina infatti, è stata decretata la rimozione del prefetto Nicola Diomede, anch’egli indagato.

La maxi inchiesta, per la quale il capo della procura di Agrigento Luigi Patronaggio ha firmato la proroga delle indagini coordinate dai pm Salvatore Vella, Alessandra Russo e Paola Vetro, mira ad accertare la presenza di illegittimità nelle assunzioni all’interno di Girgenti Acque, l’azienda che gestisce il servizio di distribuzione idrica in gran parte della provincia di Agrigento; il sospetto degli inquirenti è che le assunzioni siano state pilotate, favorendo parenti ed amici di politici e professionisti del territorio agrigentino.

Non a caso, tra i 73 indagati risultano nomi di spicco tra ex deputati, attuali inquilini dell’Assemblea Regionale Siciliana e di Montecitorio, ma anche ex presidenti della provincia, l’ex governatore Raffaele Lombardo, così come l’imprenditore Marco Campione, presidente di Girgenti Acque; l’inchiesta ha però avuto eco nazionale soprattutto per il coinvolgimento del padre dell’attuale ministro degli Esteri Angelino Alfano, così come per l’appunto del prefetto Nicola Diomede.

La sua rimozione era nell’aria, del resto le accuse contestate agli indagati riguardano i reati di associazione per delinquere, truffa, corruzione, voto di scambio, riciclaggio, false comunicazioni sociali ed inquinamento ambientale.

Nicola Diomede era prefetto di Agrigento dal 29 dicembre 2013, anche se conosceva il palazzo della prefettura della città siciliana da molti anni, visto che il suo primo incarico all'ombra dei templi risale addirittura al 1991, anno in cui è stato nominato vice – consigliere; nel suo curriculum, anche un incarico al Viminale all’epoca in cui titolare del ministero degli interni era Angelino Alfano: prima di diventare prefetto ad Agrigento infatti, Nicola Diomede è stato capo della segreteria tecnica dello stesso Alfano.

Secondo i ‘rumors’ delle scorse settimane raccolti tra i corridoi della prefettura, Diomede sarebbe comunque stato destinato ad altra sede dopo le elezioni; ma la rimozione odierna, anche se anticipa di poco il paventato trasferimento, è indubbiamente il primo importante risvolto di natura politica dell’inchiesta svelata lo scorso mercoledì.

La sede, in seno alla prefettura di Agrigento, non resterà comunque vacante; al posto di Diomede, il Consiglio dei Ministri ha provveduto a nominare il suo sostituto: si tratta di Dario Caputo, vicecapo di gabinetto del ministro della Coesione territoriale uscente, Claudio De Vincenti.

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