Inchiesta Udeur, Lady Mastella va a processo

BUFERA Stralciato Mastella che nel 2008 si dimise da ministro della Giustizia facendo cadere Prodi

Inchiesta Udeur, Lady Mastella va a processo

NapoliPer Sandra Lonardo è suonata l’ora del giudizio. Lady Mastella, infatti, sarà processata per tentata concussione nell’ambito di un procedimento su appalti e incarichi, avviato negli anni scorsi dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta. Il processo a carico del presidente del Consiglio regionale della Campania (nei giorni scorsi colpita da un altro provvedimento giudiziario, in base al quale sta già dimorando lontano dalla Campania e altri comuni limitrofi), comincerà il 15 febbraio del 2010, presso l’undicesima sezione del Tribunale di Napoli. Il rinvio a giudizio è stato disposto dal gup presso il Tribunale di Napoli, Sergio Marotta, non solo a carico di Lady Mastella ma, anche per altri 9 imputati. Lonardo è accusata di un presunto tentativo di concussione nei confronti di Luigi Annunziata, manager dell’ospedale di Caserta. Tra gli altri imputati spediti alla sbarra dal gup, vi sono anche gli ex assessori regionali, Andrea Abbamonte e Luigi Nocera e l’imprenditore Carlo Camilleri, consuocero della coppia di Ceppaloni, mentre la posizione dello stesso leader dell’Udeur, Clemente Mastella, fu stralciata in attesa delle decisioni del Parlamento europeo.
Alberto Borrelli, portavoce della Lonardo, ha diffuso una nota, con la quale si sostiene che il presidente del Consiglio regionale «è completamente estranea ad ogni inchiesta riguardante presunte irregolarità sugli appalti ed è stata rinviata a giudizio esclusivamente per un presunto tentativo di concussione riguardante la nomina di un primario».
Nei giorni scorsi, Sandra Lonardo ha ricevuto la misura del divieto di dimora in Campania e comuni limitrofi, nell’ambito di un procedimento sull’Arpac, (Agenzia regionale per l’ambiente della Campania), dalla Procura di Napoli. In tutto 25 misure cautelari, tra cui il consuocero dei Mastella, Camilleri (divieto di dimora) e 38 informazioni di garanzia, tra i cui riceventi, vi è lo stesso capo dell’Udeur.
Ma, quello che accadde il 16 gennaio dello scorso anno, con la retata (in entrambe le inchieste, le indagini sono state condotte dai carabinieri del Reparto operativo e del Nucleo operativo di Caserta) di esponenti del Campanile, non provocò soltanto un terremoto giudiziario ma, soprattutto, uno sconvolgimento della politica nazionale. All’epoca, infatti, Mastella, ministro della Giustizia nel governo Prodi, si dimise dall’incarico, determinando di fatto, con la sua scelta, la caduta del governo di centrosinistra e, dopo solo due anni di legislatura, le elezioni anticipate. Mastella uscì dalla scena politica, per poi rientrarvi dopo due anni, con le Europee.
Il 16 gennaio dello scorso anno, nella villa di Ceppaloni, con Sandrina ai domiciliari, si consumò uno psicodramma. «Io sono una persona perbene (identiche parole sono state ripetute anche la scorsa settimana quando ha ricevuto la misura del divieto di dimora ndr), non ho mai concusso nessuno. Stavo uscendo per andare in consiglio regionale ma, sono stata fermata dalla notizia del mio arresto, non dai carabinieri ma, da un tg nazionale». Dramma e solidarietà: un via vai di amici, fan dei Mastella, parenti, istituzioni, si recarono in pellegrinaggio nella casa di Ceppaloni, per esprimere alla illustre indagata, vicinanza e affetto.
Davanti alla villa, sulla quale pareva calato il lutto, decine di cronisti, operatori, fotografi per i loro reportage. Anche le Iene si scomodarono, per portare una ironica solidarietà a Lady Sandrina, una solidarietà a base di arance, come si fa per i carcerati. Ma, il faccia a faccia tra la Iena Alessandro Sortino ed Elio Mastella, figlio della coppia, finì male soprattutto per il fustigatore dei potenti. Forse Sortino pensava ad una facile scorribanda a Ceppaloni, ricordando a Mastella junior, la vicenda delle case comprate a prezzi da svendita nel centro di Roma.

La replica del Mastellino fu da attaccante puro: «Tuo padre è il commissario dell’Authority per le Garanzie delle comunicazioni: vuoi dirmi che non c’entra niente con il lavoro che fai. Io sono ingegnere, guadagno milleottocento euro al mese, come un metalmeccanico».
carminespadafora@libero.it

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