Cronaca locale

«Inciucio ambrosiano? È meglio non pensarci»

Majorino (Ds): «Non ci devono essere trasformismi». Dalla Chiesa: «Gli elettori sono disorientati»

Gianandrea Zagato

«Nessuno pensi a strane operazioni trasformistiche a Milano». Avvertenza firmata da Pierfrancesco Majorino. Parole pesanti come pietre, con un destinatario identificato coram populo nel presidente della Provincia Filippo Penati, che dà forma e sostanza all’alleanza con il sindaco di Milano Letizia Moratti. Ma, attenzione, il virgolettato del segretario cittadino Ds non è una voce isolata: pure il responsabile provinciale della Quercia, Franco Mirabelli, sottoscrive in privato quell’affermazione. A entrambi non va giù quest’intesa: anzi, sono persino irritati da quella verità che Letizia Moratti ha espresso alla Festa dell’Unità, «mi sento come a casa mia».
Lei, Letizia Moratti, non la considerano infatti il «nostro» sindaco come la presenta invece il ministro Barbara Pollastrini che pubblicamente si dice «stanca di un bipolarismo muscolare». Loro, il duo Majorino & Mirabelli, non si «lasciano incantare» pur ammettendo che «con questo sindaco siamo di fronte a un cambio di stile». Linea condivisa da Marilena Adamo, capogruppo dell’Ulivo a Palazzo Marino: «Dialogo? Non tra la Moratti e l’opposizione» perché «oltre a un diverso stile personale, non ho ancora visto atti concreti».
Ammissione di cecità politica nella Milano che, secondo il centrosinistra, è alla «vigilia della rivoluzione» destinata a cambiare il volto della città con la fusione di Aem con Asm, con la neo-holding dove confluiscono Amsa, Ato-Acqua e Mm oltreché con Metroweb, infrastrutture - Tem, BreBeMi e Serravalle - e, infine con il ticket della pollution charge.
Temi che «Moratti e Penati affrontano in un clima da “baci Perugina” senza la necessaria e chiara distinzione dei ruoli» commentano Andrea Fanzago (Ulivo) e il presidente della Margherita, Nando Dalla Chiesa. Il rischio? «Siamo consapevoli di stare in una dialettica aperta ma l’inciucio no, questo disorienta gli elettori».
Annotazioni che fanno sorridere Roberto Caputo (Margherita): «Inciucio? Ma di che? Manca una posizione dell’Ulivo condivisa e solo nostra». Difficile dargli torto e pure impossibile trovare però nuova forza per il rilancio del centrosinistra in salsa ambrosiana. Esagerazione? No, visto che Penati è costretto a ripetere stancamente che «la destra non è più padrona» non solo a quelli di Rifondazione che l’accusano di non «rispettare» la geometria dei poli ma pure in casa propria, dove «c’è chi sui temi della modernizzazione e delle infrastrutture non sa ancora misurarsi come si deve».

Ah, questa chiusa finale è di un dirigente ds che non è in quota a Penati.

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