Incroci pericolosi, pedoni a rischio E Genova ha il record di incidenti

Quattro anni e nulla è stato fatto. Quattro anni e, sugli attraversamenti, i pedoni continuano ad essere vittime di investimenti. È questo lo sfogo di Aldo Praticò, capogruppo in consiglio comunale di Alleanza Nazionale. Che già alla giunta Pericu, nel 2004, aveva proposto un piano per mettere in sicurezza tutti gli attraversamenti a rischio: cartelli luminosi e dissuasori orizzontali, le strisce in rilievo che obbligano la vettura a ridurre la velocità in prossimità della zebra. La mozione presentata al consiglio comunale era stata approvata all'unanimità. Sono troppi in città gli attraversamenti scarsamente illuminati, che rendono pericoloso passare da un marciapiede all'altro soprattutto la sera. Un pericolo che aumenta se, chi è al volante, schiaccia volentieri sulla tavoletta, incurante di chi, sulla strada, va piedi. «Visto l'aumento esponenziale degli incidenti nella nostra città - spiega Aldo Praticò, An -, sembra incredibile che l'amministrazione comunale non sia ancora intervenuta». Eppure, basterebbe poco. Ma di dissuasori e rallentatori, neanche l'ombra. Passano gli anni, cambiano sindaco e giunta, ma la musica sembra proprio la stessa. Aldo Praticò presenta al nuovo consiglio la stessa identica mozione. Anche questa viene approvata all'unanimità. Ma, anche questa, non è ancora passata alla fase esecutiva.
Il problema riguarda diverse vie della città. Da ponente a levante gli incroci pericolosi sono ancora molti. Via Quinto, corso Torino, corso De Stefanis, via Casoni e via Montevideo (dove, per altro, c'è la sede dell'Anmic, associazione nazionale mutilati ed invalidi civili) a San Fruttuoso, sono solo alcuni esempi. «Si tratta anche di inadempienza - commenta il capogruppo di An -: il consiglio comunale ha votato e deciso. Dove sono i dissuasori? Così ci ritroviamo con attraversamenti privi di rampe per disabili e di dispositivi acustici per non vedenti, male illuminati e con una segnaletica ormai logora». Nella stessa occasione il Comune di Genova si era anche impegnato per studiare sistemi alternativi per le strade ad alto scorrimento, dove i dissuasori orizzontali non possono essere utilizzati, perché considerati come un potenziale ostacolo per i mezzi di emergenza. Si era così parlato di nuovi semafori sistemati ad hoc, piuttosto che di pannelli o segnalatori luminosi, come quelli che si trovano a Bolzaneto e Teglia, che indicano con chiarezza la presenza della «zebra». Ma non è un problema solo dei pedoni: «È pericoloso anche per gli automobilisti, costretti a brusche manovre o frenate improvvise - dice Praticò -. A rischio anche i motociclisti, che per evitare l'impatto il più delle volte finiscono a terra». I numeri della Genova «su strada», non sono certo tra i migliori. Secondo l'Istat, la Superba è al terzo posto su scala nazionale con 4.698 incidenti stradali con vittime (pedoni o conducenti).

Nella classifica delle città europee dell'Automobile Club Italiano, Genova è tra gli ultimi posti con una media di due morti all'anno, ma è quarta per i feriti sulle strisce pedonali. «Numeri importanti - osserva Aldo Praticò -, dobbiamo forse arrivare al primo posto in classifica perché il Comune si decida ad intervenire?».

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