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India, stop ai giudici maschi nei processi per stupro

Troppe assoluzioni, a New Delhi vogliono solo i magistrati donne per giudicare i violentatori

Marta Ottaviani

Stop ai giudici uomini per i reati di violenza sessuale. In India una proposta di legge, che deve essere approvata dal Parlamento, permetterà solo a togate di sesso femminile di istruire processi per stupro.
Il governo indiano, infatti, spera che le donne che subiscono una violenza carnale possano vivere con maggior serenità l’iter giudiziario ed evitare di essere messe sotto pressione da magistrati uomini poco tolleranti o, nella peggiore delle ipotesi, prevenuti e retrogradi.
Una misura radicale e destinata a far discutere. Ma anche un tentativo da parte del governo indiano di arginare un fenomeno che ormai è diventato una vera e propria piaga sociale. In India ogni 29 minuti una donna viene violentata. A Nuova Delhi la violenza carnale è di gran lunga il reato più comune. Un paradosso se si pensa che le aggressioni o i crimini da strada sono molto meno frequenti rispetto alle grandi città occidentali.
In India un uomo può passeggiare con tranquillità in ogni momento della giornata. Una donna no. Alla fine dell’anno scorso i tribunali del Paese dovevano giudicare ancora ben 58.310 casi di violenza carnale. Un dato impressionante, ma mai come alcune sentenze emesse da alcuni palazzi di giustizia.
È il caso di Bhanwari Devi, 41 anni, assistente sociale, stuprata davanti a suo marito dai suoi vicini di casa. La sua unica colpa era di aver impedito a quella famiglia di organizzare il matrimonio del figlioletto di appena un anno. In sede processuale i cinque accusati sono stati assolti. La motivazione della sentenza fa rabbrividire. Alla faccia dell’evidenza della colpa e che ci fosse un testimone oculare, gli stupratori hanno evitato la galera perché appartenenti a una casta sociale superiore rispetto a quella di Bhanwari.
Un’altra misura prevista dalla legge è che le vittime di violenza potranno essere seguite dal loro legale anche durante gli interrogatori incrociati. Prima in quella stanza, isolata per motivi legati alla privacy, ci entravano da sole. E fra quelle mura, dove nessuno poteva sentire, spesso ci trovavano di fronte giudici pronti e minacciarle e spaventarle.

E a farle violenza per la seconda volta.

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