Paolo Stefanato
da Milano
Il gruppo Candy, numero sei in Europa nel settore degli elettrodomestici e primo «indipendente», prevede di chiudere il 2006 con un fatturato in crescita del 3%, rispetto ai 1.018 milioni di euro del 2005; in linea, cioè, con lincremento della domanda europea che dovrebbe attestarsi anchessa su un aumento di tre punti. Candy chiuderà lanno con una produzione di 7 milioni di pezzi (elettrodomestici bianchi e aspirapolvere: in questultimo segmento con il marchio Hoover è prima nel Continente), in crescita del 17%: laumento di volumi è dunque superiore allaumento dei ricavi.
Una spiegazione cè: i rincari delle materie prime stanno lavorando ai fianchi i margini di tutta lindustria meccanica italiana. Molti allarmi sono stati lanciati, e questa volta è Aldo Fumagalli, presidente di Candy, a esprimere la sua forte preoccupazione. «Il rame è aumentato del 155% da gennaio, e il nichel ha provocato in un anno il raddoppio del prezzo dellacciaio inox, di cui è componente essenziale».
Qual è il motivo? Gli acquisti della Cina?
«No, la Cina ha comprato molto nel 2003 e nel 2004, e già dallanno scorso ha ricominciato a produrre molto acciaio. In realtà la ragione è unaltra: la speculazione internazionale. Non ci sono ragioni industriali, ma solo finanziarie. Fare i budget in queste condizioni è difficili, anche perché non ci si confronta con logiche di mercato».
Chi specula?
«Grandi fondi dinvestimento, hedge found specializzati in materie prime. Pensi che un promotore è venuto anche da me, come privato, proponendomi acquisti speculativi. Può immaginare come lho trattato».
Secondo lei, quindi, non è un fatto strutturale ma una «bolla speculativa»?
«Di sicuro lo è, ma di una bolla si ha la certezza solo quando esplode».
Secondo lei?
«Non presto. Ci sono grosse immobilizzazioni. Finché non si smobilizza, i prezzi non scenderanno. Ma quando scoppia, una bolla è imprevedibile, spariscono intere ricchezze...».
Lei è ottimista o pessimista?
«Né luno né laltro. Ma sono convinto che la volatilità ci accompagnerà per i prossimi anni».
Per un industriale è un bel problema...
«Siamo vittime della rigidità con cui passare al mercato i costi. La catena è lunga, la grande distribuzione internazionale non vuole adeguare i listini nel breve termine, si crea conflittualità con i clienti...».
Il rischio è, dunque, quello di dover limare i margini. Ma quanto pesano rame e nikel sul prezzo dei vostri prodotti?
«Abbiamo calcolato che laumento di questi due componenti, più laumento del 30% della lamiera tradizionale, ha già provocato un rincaro del 5% sul costo finale. In un elettrodomestico il valore delle materie prime e dei componenti raggiunge il 70%, di cui un terzo in metalli e altri materiali di base. Leffetto sui conti è evidente».
Nonostante questo, i conti di Candy continuano ad andare bene...
«Stiamo vivendo un momento di slancio e di creatività.
E la gara per il marchio Hoover negli Stati Uniti?
«Abbiamo fatto la nostra offerta e la chiusura è prevista per la fine dellanno».
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