(...) Tanto sotto traccia che le proteste dei colleghi del Levante in fermento contro la chiusura della centrale operativa del 118 di Lavagna, a confronto sono sembrate un boato. Sarà che quando i tagli li fa la sinistra fanno meno male oppure sarà che lassessore regionale alla salute in persona, Claudio Montaldo ci aveva già messo una pietra sopra a quella struttura. «Già oggi Sestri Ponente non funzionava più come pronto soccorso effettivo. Così si toglie un equivoco. Anzi, evitiamo un pericolo». Come a dire: il presidio così comera non poteva garantire la giusta assistenza ai pazienti perché un pronto soccorso a tutti gli effetti deve avere un medico durgenza e un anestesista 24 ore su 24, cosa che a Sestri mancava, oltre a non riuscire a garantire servizi e turnistica adeguati allassistenza.
Daccordo, ma allora tutti quelli che sono andati a Sestri fino a ieri, lo hanno fatto a loro rischio e pericolo? E poi, la chiusura del pronto soccorso che serve tutta la Valpolcevera che vuol dire 60mila abitanti, più una parte della Valle Scrivia e buona parte del Ponente, sarà un disagio per la popolazione o no? «Penso che non si saranno difficoltà - giura Montaldo -. Da una parte cè Voltri e dallaltra Villa Scassi. Le cose più gravi di Sestri venivano trasferite a Sampierdarena». Giusto, Sampierdarena, lospedale delle attese infinite al pronto soccorso, quello preso dassalto da stranieri ed extracomunitari che non avendo un medico di base, si riversano lì. «Labbiamo messo a posto - ribatte lassessore -. Il problema è avere strutture dove le emergenze possano essere curate e gestite nel modo appropriato». E sullinchiesta del Giornale sullo stato del San Martino, Montaldo promette: «Ho chiesto di fare una relazione. La situazione è così in tutti i pronto soccorsi dItalia. Cè un afflusso elevato e arriva il momento in cui le strutture scoppiano. Ora con gli organici siamo a posto, ma ci sono problemi di affollamento». E allora, con i nuovi tagli, la situazione non è destinata a peggiorare ancora di più? Anche perché quello di Sestri Ponente non è lunico pronto soccorso ad essere convertito in presidio di primo intervento ospedaliero: ci sono anche quelli di Albenga, Cairo Montenotte e Bordighera. E mentre su Facebook è stata aperta la pagina «Giù le mani dal pronto soccorso di Albenga», i consiglieri regionali del Pdl, preso atto della delibera di giunta del 4 luglio scorso in cui si parlava dei tagli delle quattro strutture sanitarie, hanno presentato uninterrogazione al presidente del consiglio regionale, assessore competente e giunta per sapere quali e quante funzioni resteranno in piedi in futuro e quali e quanti ospedali saranno destinati a morire. Ma in fondo è tutta colpa del governo e della manovra... «Mi viene da pensare che la sanità italiana nei prossimi anni sarà messa in discussione. Stiamo ancora valutando gli interventi da prendere.
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