Seconda vittima per linfluenza A in provincia di Latina. Ieri è morto un 19enne disabile di Fondi allospedale «Dono Svizzero» di Formia. Il giovane è arrivato in ospedale con i sintomi del virus aggravati dal fatto di soffrire di altre patologie. Martedì sera a Latina il primo decesso: si tratta di una diabetica di 52 anni ricoverata in rianimazione con una grave crisi respiratoria. Complessivamente al «Goretti» di Latina ci sono 12 pazienti ricoverati, nessuno però desta preoccupazione. Complessivamente nel Lazio sono circa 94.000 nellultima settimana e 215.000 in totale dallinizio della fase pandemica i casi di cittadini affetti da sindrome influenzale. Sono i risultati delle stime effettuate sulla base del campione di Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta che fanno parte del Sistema di Sorveglianza sullinfluenza dei medici sentinella.
Intanto Fernando Aiuti, presidente della commissione capitolina Salute lancia lallarme sui vaccini: «Siamo ancora in attesa dei 25mila vaccini per i dipendenti comunali e delle municipalizzate e per i vigili». Un ritardo «probabilmente dovuto al cambiamento di strategia a livello nazionale contro linfluenza A». «Mentre inizialmente si prevedeva di vaccinare per primi gli operatori sanitari - afferma - e gli addetti ai servizi essenziali, ora invece si sta dando precedenza alla vaccinazione delle persone a rischio. Motivo per il quale i vaccini per i dipendenti comunali, non considerate persone a rischio, non sono ancora arrivati». Aiuti ha auspicato «una maggiore collaborazione dei medici di famiglia per quanto riguarda le vaccinazioni». Se, infatti, i medici hanno fatto sapere di essere in attesa dei dischetti della Regione contenenti lelenco dei soggetti considerati a rischio, Aiuti afferma: «I medici di famiglia sanno perfettamente chi è a rischio tra i loro pazienti, non cè bisogno che arrivino i dischetti».
Influenza che presumibilmente creerà problemi ai servizi pubblici. Per questo secondo lassessore capitolino alle politiche sociali Sveva Balviso «occorrerà organizzare presidi per le vaccinazioni, o si rischia linterruzione del servizio pubblico». La Belviso sottolinea lesigenza di «organizzare presidi della croce rossa fissi allinterno, ad esempio, delle aziende appartenenti alla holding capitolina». Tali presidi, consentirebbero ai dipendenti «di effettuare la vaccinazione senza chiedere permessi e assentarsi dal posto di lavoro». Tra laltro, «eviterebbero laffollamento degli ospedali, che in questo momento è del tutto sconsigliato». Infine per la vaccinazione contro linfluenza A del corpo insegnati, si potrebbero organizzare degli ambulatori mobili che facciano il giro delle scuole. Chiaramente gli ambulatori mobili potrebbero fare il giro delle scuole, ma anche di altre sedi di servizi pubblici. E aiuterebbero a vaccinare insegnanti e altre categorie di lavoratori, senza che debbano chiedere permessi e assentarsi dal posto di lavoro». La proposta è stata presentata alla Regione Lazio.
E contro il rischio di contagio dellinfluenza A tra i bambini molto piccoli, e quindi più a rischio, le maestre dasilo lanciano la proposta di tenere a casa i bimbi malati rispettando i 7 giorni di riposo consigliati dal ministero della Salute. «Anche se non si tratta di influenza A - fanno sapere - è bene evitare il rischio di diffondere virus tra i bambini».
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