Influenza A La Regione boccia la proposta di Federfarma: «No ai vaccini in farmacia»

IL BILANCIO Lunedì calo dei ricoveri e degli accessi nei pronto soccorso

L’influenza A inizia a fare meno paura o i romani si stanno abituando a convivere con lo spettro del virus. Ieri Laziosanità-Asp ha fatto sapere che lunedì sono calati gli accessi ai pronto soccorso e i ricoveri, che sono stati rispettivamente 171 e 24, mentre negli ultimi giorni raggiungevano i 220 e i 33,42. Purtroppo, però, ancora una volta sono i più piccoli ad andare in ospedale.
E mentre diminuisce in parte la paura nei confronti del nemico sconosciuto, salgono le polemiche attorno ai vaccini. Ieri la Regione ha bocciato la proposta di Federfarma, che si era offerta di distribuire i vaccini nelle farmacie. «Il farmaco arriva contingentato e destinato alle categorie a rischio, secondo le indicazioni ministeriali e non è prevista la sua distribuzione in altre forme», spiegano i vertici della Pisana.
In campo per la seconda fase, che prevede l’inizio della copertura per gli adulti a rischio, ci sono già i medici di famiglia, i pediatri, i centri vaccinali e quelli di riferimento. «È una rete vasta che sta facendo il suo lavoro - prosegue la Regione - e lo farà ancora di più i prossimi giorni, quando arriveranno altri quantitativi. Tra oggi e il 18 novembre, secondo il piano del ministero della Salute, dovrebbero arrivare altre 60mila dosi e dal 20 altre 55mila. È opportuno quindi evitare di diffondere messaggi contrastanti, affinché non si crei confusione tra i cittadini».
Federfarma, che aveva trovato anche il consenso della Fimmg del Lazio, non ha apprezzato la scelta regionale. «Dietro la nostra offerta non c’era nessun interesse economico e rifiutarla può complicare le cose - commenta il presidente regionale Franco Caprino - sicuramente rimarranno scorte di vaccino inutilizzate, perché soprattutto i malati con patologie croniche, piuttosto che muoversi preferiscono rifiutare il vaccino. Si vedrà quello che succederà. In ogni modo sono scelte che accettiamo, ma di cui la Regione si prenderà la responsabilità». «Il nostro passo verso il cittadino l’abbiamo fatto, non credo che il ministero sia contrario - aggiunge Caprino -. Attendiamo anche una risposta dal commissario Guzzanti per capire il motivo per cui si rinuncia a 1.450 farmacie per 12 Asl».
«Mi piacerebbe conoscere le ragioni che sono dietro questa decisione - incalza l’assessore alle Politiche sociali del Comune, Sveva Belviso -. Anche noi, in collaborazione con la Croce Rossa e l’Ordine dei Medici, avevamo offerto la disponibilità a inviare ambulatori mobili presso le scuole romane per dare un supporto sia nella prevenzione del virus che nell’eventuale somministrazione dei vaccini e ad attivare presidi vaccinali nelle aziende municipalizzate, per garantire il mantenimento dell’apertura dei servizi pubblici. Iniziative rispetto alle quali siamo ancora in attesa di una risposta dalla Regione, sempre più distante dall’amministrazione capitolina».
Per cercare di contrastare la pandemia si stanno muovendo anche i sindacati di categoria.

«Chiediamo il rinforzo dell’organico per il servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica), nonchè l’attivazione del medesimo in orario diurno feriale al fine di garantire assistenza ai cittadini non residenti nel Lazio e che, per ovvi motivi, non dispongono di un medico di base» dice Pina Onotri, segretario organizzativo regionale dello Smi-Lazio. E presto il Campidoglio potrebbe distribuire in tutte le scuole e negli uffici flaconi di sapone liquido come misura igienica per ridurre il contagio influenzale.

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