Un’iniziativa penosa da parte di un sacerdote

Egregio Direttore, apprendo come un sacerdote genovese, certo don Paolo Farinella, abbia indirizzato al Papa una lettera con la quale lo si invita cortesemente a rinunciare alla visita programmata del presidente del consiglio, sostenendo che in periodo elettorale una mossa del genere risulterebbe contraria allo spirito della «par condicio», rappresentando finanche un pericoloso allineamento della Chiesa a favore di una parte politica. A parte l’impressione penosa che simili iniziative suscitano sempre per l’evidente «furor bellicus» con cui vengono promosse (specie se il promotore è un prete), mi permetta di esprimere al riguardo alcune considerazioni;
1º L’abito talare, per la dignità di chi lo porta, dovrebbe indurre ad un comportamento diverso da quello del predetto don Farinella, comportamento che trova nell’insegnamento della Chiesa - di riservatezza, di moderazione, di prudenza - il suo più valido riscontro.
2º Sempre per le stesse ragioni, non ci si rivolge al Papa diffidandolo quasi a prendere certe iniziative. Don Farinella dovrebbe sapere che, comunque, ogni decisione del Papa debba considerarsi insindacabile, essendo Egli il rappresentante di Cristo in terra.
3º Quanto a Berlusconi, presidente del consiglio eletto dalla maggioranza degli italiani, l’accusa di essere un affamatore del popolo sta un po’ stretta, specie dopo le iniziative prese dal governo in favore delle classi più disagiate. Don Farinella si rende conto che le bugie sono un peccato?
4º Stupore per la smania dei preti sinistrorsi di voler a tutti i costi far da spalla ai vari Bertinotti, Fassino & C.

In Spagna, Germania e altrove si conoscono i vizi congeniti delle sinistre e quando si è prete cattolico ci si astiene, almeno per coerenza, dal salire sul palco.
Perché in Italia tanta smania? Per stare da una certa parte? Ma un prete cattolico non sta con nessuna parte; se proprio lo vuole, sta dalle parte delle anime.

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