Inno di Mameli e tricolore: l’Unità d’Italia si fa a scuola

C’erano tutti ieri mattina alla scuola elementare Nicola Fabrizi. Novanta bambini delle classi terze e quinte con un tricolore in mano da sventolare e l’inno di Mameli imparato a memoria per l’occasione. I genitori in prima fila per non perdersi nemmeno una strofa intonata dai loro figli, le maestre, e un attore del Teatro della Tosse con uno spettacolo confezionato su misura. C’erano tutti per celebrare il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia con un’iniziativa organizzata dal Lions Club Genova Mare Nostrum all’istituto di via Nicola Fabrizi a Genova. Un evento voluto e pensato proprio per sensibilizzare anche i più piccoli sull’importanza e il valore di un avvenimento che ha segnato la storia del nostro Paese.
Le prime classi hanno iniziato a radunarsi verso le dieci del mattino nel giardino della scuola sotto un sole caldo che ha accolto gli allievi e le famiglie. Non c’è stato bisogno nemmeno di un’ultima prova prima di entrare «in scena», perché tutti gli alunni avevano imparato l’inno nazionale a memoria. Dalla prima all’ultima strofa. Merito delle maestre che li hanno preparati, spiegano gli organizzatori della manifestazione, e merito anche dei piccoli che hanno vinto l’emozione e si sono esibiti come cantanti provetti e italiani doc. Poi la lettura del codice dell’etica lionistica e il saluto del presidente del Lions Club Genova Mare Nostrum, Silvia Levi Terracini, mente organizzatrice di tutta l’iniziativa. Tra le autorità presenti, anche la più alta carica lionistica del Distretto 108 Ia2, il governatore Carlo Forcina.
E perché il 17 marzo 1861 restasse nella memoria dei più giovani, è intervenuto anche l’attore Gianni Masella del Teatro della Tosse con una lezione spettacolo sull’Unità d’Italia per spiegare ai bambini cosa è accaduto 150 anni fa. Con una performance interattiva, alla quale hanno partecipato gli stessi alunni. È stato l’attore ad individuare alcune parole chiave «bianco», «rosso», e «verde» ad esempio, e ad indicarle ai piccoli come un segnale in codice a cui far corrispondere un’azione precisa.

Ma non c’è stato bisogno di molto altro per tenere viva e catturare la loro attenzione: sono stati gli allievi in prima persona ad intervenire e a fare domande sulla storia del nostro Paese. E dopo aver consegnato le bandiere tricolori ai ragazzi e alle autorità, un bis per cantare di nuovo l’inno di Mameli, dalla prima all’ultima strofa.