Gli inquirenti studiano tutto il materiale sequestrato

Analizzati i numeri della rivista clandestina "L'Aurora", le armi e i documenti cartacei e informatici. In Veneto mancherebbero all'appello mitra e kalashnikov utilizzati dai presunti terroristi durante le esercitazioni di tiro

Gli inquirenti studiano  
tutto il materiale sequestrato

Padova - È cominciato stamani l'esame del materiale sequestrato nelle 27 perquisizioni svolte dalla Digos della Questura di Padova nell'ambito dell'operazione antiterrorismo della procura di Milano che ha portato, ieri, all'arresto di 15 persone, sei delle quali nella città euganea. Si tratta in larghissima parte di scritti e di documenti ritenuti eversivi, di copie della rivista clandestina «L'Aurora» di materiale informatico che ora sarà analizzato dagli agenti padovani e poi comparato con quanto ha in mano la polizia di Milano.

Proseguono, intanto, le ricerche sulle armi che erano in dotazione al gruppo e usate per esercitarsi nella campagna rodigina. Tutti momenti filmati dalla polizia che non ha mai mollato in questi mesi gli indagati. Al momento, solo una pistola revolver e munizioni sono state trovate nella casa di uno degli indagati, l'impiegato delle poste Valentino Rossin, 36 anni, di Bovolenta (Padova). Mancano all'appello mitra e kalashnikov. Nei programmi della cosiddetta "cellula veneta" non ci sarebbero stati obiettivi umani, mentre erano state pianificate operazioni per l'autofinanziamento, come rapine o assalti a bancomat. In passato, un assalto era andato a male perchè la polizia aveva sventato il piano, mentre un attentato alla sede di Forza Nuova, a Padova nel settembre dello scorso anno, era andato a buon fine.

I sei arrestati padovani - cinque operai ed un impiegato delle Poste, tranne uno, tutti iscritti alla Cgil - sono già stati trasferiti al carcere milanese a disposizione dellàautorità giudiziaria meneghina. Si tratta di Davide Bortolato, 37 anni, i fratelli Massimiliano (27) e Alessandro Toschi (25), Andrea Scantamburlo (43), e Federico Salotto (26), tutti di Padova; e Valentino Rossin (36), di Bovolenta (Padova). Il gruppetto frequentava il centro occupato "Gramigna" (nella foto) - matrice anarcoide - di Padova. Sono accusati, tra l'altro, di associazione sovversiva e banda armata.

Bortolato e Massimiliano Toschi sono due sindacalisti, delegati di fabbrica e componenti del direttivo provinciale della Fiom; Rossin, Scantamburlo e Alessandro Toschi sono solo iscritti allo stesso sindacato. La Cgil di Padova ha sospesi tutti e cinque in via cautelativa già ieri subito dopo le prime notizie sul loro arresto.

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