Insegnanti e genitori davanti al Pirellone

Per il pomeriggio attese centinaia di persone. Le associazioni sul piede di guerra: «Non ci pare corretta la linea scelta dall’esecutivo sulla legge»

Domani la campanella suonerà in molte scuole lombarde, come ogni altro giorno. Ma a differenza di tutti gli altri pomeriggi, non sancirà semplicemente la fine delle lezioni. Sarà l’indicazione per insegnanti, presidi e genitori che è il momento di radunarsi ai piedi del Pirellone.
L’appuntamento è fissato alle 16 per manifestare la solidarietà della scuola milanese al governatore Roberto Formigoni e all’assessore regionale all’Istruzione, Gianni Rossoni. Una reazione ben visibile, insomma, alla decisione del ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni di impugnare la Legge regionale sulla Formazione professionale davanti alla Corte costituzionale.
Parole di fuoco si sono susseguite per tutta la settimana: Formigoni ha lamentato l’assenza assoluta di motivazioni a sostegno di un atto tanto grave, Fioroni non ha certo contenuto l’asprezza: «Quando si usano toni non all’altezza dell’istituzione che si rappresenta, ci si commenta da soli».
La scuola lombarda, oggetto del contendere, non sta certo a guardare inerme: trionfanti comunicati della Cgil Lombardia da un lato, manifestazione al palazzo della Regione dall’altro. Attese centinaia di persone dato il coinvolgimento di quattro associazioni di genitori (tra cui la laica AGe e la cattolica AGeSC), Foe e insegnanti di Diesse Lombardia ma non mancano dirigenti scolastici con i Disal, il Csl (Consorzio scuola e lavoro), la Compagnia delle opere e molte altre sigle. «Non ci pare affatto corretto questo modo di impugnare la legge lombarda perché la Regione si è mossa all’interno dei parametri previsti dalla Costituzione - spiega il presidente Diesse nazionale, Fabrizio Foschi -. Quella che il ministro Fioroni combatte è una proposta che tutela l’autonomia degli istituti scolastici, una reale libertà di scelta da parte delle famiglie sull’educazione dei figli e un trattamento paritario riservato a Ifp (istituti di formazione professionale) e scuola secondaria superiore».
Questi i tre motivi che sostengono l’appello alla manifestazione di domani. L’obiettivo non è negare il diritto dello Stato a garantire livelli essenziali di prestazione ma difendere la possibilità delle Regioni di definire percorsi formativi, obiettivi da raggiungere, livelli qualitativi degli istituti.

Ma soprattutto la tanto contestata quota di finanziamento capitaria: «È una dote offerta agli alunni per tutto il loro percorso di studio - spiega Foschi - il principio è semplice: tanti capi, tanti sostegni».
Anche Formigoni ha voluto ribadire che «abbiamo tutto il diritto di stabilire il metodo di finanziamento che più corrisponde al profilo di Regione Lombardia».

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