La morte dellispettore Filippo Raciti, finito venerdì sera in pasto agli ultrà allo stadio «Angelo Massimo» di Catania, ha inevitabilmente turbato il sabato capitolino, seminando reazioni di sdegno da un lato e raccogliendo dallaltro manifestazioni di solidarietà. Tra queste liniziativa singolare e allo stesso tempo struggente inscenata a Fiumicino dagli agenti della Polaria che, a mezzogiorno in punto, hanno acceso per un minuto le sirene delle auto-pattuglie parcheggiate davanti ai Terminal dello scalo romano. Scossa dal tragico evento è apparsa anche la cittadinanza. Ieri, alla Balduina, i partecipanti al corteo di quartiere organizzato da An per chiedere maggiore sicurezza hanno rispettato, in omaggio alla memoria del poliziotto di Acireale, un minuto di commosso silenzio. «Un gesto doveroso» secondo il consigliere comunale di An Federico Guidi che nella mattinata ha invitato la popolazione a stringersi intorno alle forze dellordine. «Suggerisco dintitolare una strada a Raciti - ha aggiunto lazzurro Stefano De Lillo - un giovane morto per difendere altri giovani».
Duro il commento della Consap riguardo invece alla decisione di sospendere i campionati di calcio a tempo indeterminato: «Si tratta di una disposizione scontata e del tutto insufficiente che non servirà in alcun modo a risolvere il problema - ha tuonato il segretario generale della Confederazione sindacale autonoma di polizia Giorgio Innocenzi -. Ancora una volta, pur di salvaguardare gli interessi economici delle società di calcio, si è preferito aspettare la morte di un poliziotto ben sapendo che la normativa vigente non consente azioni di contrasto realmente efficaci verso le tifoserie violente». Richieste misure drastiche. «Il dramma era nellaria - ha proseguito Innocenzi - o meglio aleggiava negli slogan scanditi ogni domenica dagli ultrà di tutti gli stadi. Chi aveva la responsabilità di intervenire e non lo ha fatto ora deve rispondere di questa tragedia. La normativa vigente va immediatamente e radicalmente modificata affinché nessun teppista silluda più di poter uccidere un poliziotto senza la certezza di farsi 30 anni di galera, senza sconti, indulti o provvedimenti di clemenza. Occorrono certezza della pena e norme blindate idonee a eliminare in questo campo la discrezionalità dei magistrati. Lomicidio doloso e premeditato del collega, che ha subito una vera e propria lapidazione, non può e non deve rimanere impunito». La Consap ha poi dichiarato lo stato di lutto di tutta lorganizzazione sindacale e ha espresso il proprio sostegno alla famiglia e ai colleghi dellispettore del reparto mobile della questura di Catania.
Meritevole di attenzione infine la proposta avanzata dal segretario regionale dellAnfp Enzo Letizia: «Devolviamo il corrispondente di unora di lavoro dei funzionari di polizia del Lazio ai figli dellispettore morto a Catania».
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