Insulti e gomitate in faccia, retata nell’ospizio-horror

Una donna anziana è su una sedia a rotelle ferma in un corridoio, in silenzio, il capo leggermente reclinato nel torpore: arriva un uomo con il camice bianco, mentre passa, a freddo, alza un braccio e le dà una gomitata in testa a facendogliela sbattere contro il muro. È una delle immagini raccapriccianti che fanno parte del dossier di prove raccolte dalla Guardia di Finanza di Sanremo contro il personale della casa di riposo «Fondazione G.Borea e Massa».
Immagini che non hanno bisogno di commenti e che sono state diffuse dagli inquirenti solo per brevissimi minuti a spiegare il blitz che ieri mattina ha portato all’arresto di sette persone tra infermieri e inservienti, mentre è finita agli arresti domiciliari Rosalba Nasi, 58 anni, presidente della Fondazione e molto nota nella città dei Fiori per essere la moglie del senatore Pdl Gabriele Boscetto. Secondo l’accusa lei avrebbe saputo senza intervenire. Quattro sono invece gli operatori socio sanitari ora in carcere: Assunta Mecca, 52 anni, nata ad Avigliano (Potenza), ma residente a Taggia; Daniele Antonio Raschellà, 47 anni, nato a Ougree (Belgio), residente a Sanremo; Silvano Fagian, 53 anni, nato a Torino e residente a Taggia; Ihor Telpov, 50 anni, originario dell’Ucraina ed abitante a Taggia. Due le infermiere: Elzbieta Ribakowska, 51 anni, polacca di origine, residente a Sanremo; Cristina Ciobanu, 37 anni, nata a Mischii, in Romania, ma abitante a Sanremo. I primi a dare l’allarme sono stati alcuni parenti insospettiti dei lividi che trovavano a ripetizione sugli anziani ricoverati. E ancora più sospette sono state le motivazioni del personale, che parlava di cadute accidentali. Dopo la denuncia, gli investigatori hanno registrato di nascosto quello che avveniva nel ricovero. E qui sono arrivate le immagini sconvolgenti. Violenze inaudite e sbalorditive. Botte e insulti. Anziani uomini e donne non autosufficienti, legati, malmenati, insultati, denutriti, abbandonati in condizioni igieniche indecenti, di precarietà assoluta. L’operazione «Acheronte» è partita la scorsa estate, e l’attività dei finanzieri ha certificato oltre tre mesi di violenze, offese, umiliazioni e sopraffazioni ai danni degli anziani. Ora, a corredo, sono stati avviati anche controlli fiscali con lo scopo di verificare ogni violazione ai vantaggi e alle agevolazioni di cui beneficiano per legge proprio questo tipo di strutture.
Ma non è tutto. Ci sono anche due morti sospette, risalenti al 2005-2006, nell’indagine coordinata dalla procura di Sanremo. Si tratta di due donne. Una morì in seguito ad un ictus dopo un ricovero in ospedale dovuto a gravi ferite alla testa. L’altra è deceduta dopo aver ingerito una massiccia dose di farmaci.

«Oggi - ha affermato il sostituto procuratore Maria Paola Marrali, titolare delle indagini - non è facile stabilire se le vittime fossero già in condizioni fisiche pregiudicate, o se invece vi possa essere qualche nesso di causalità». Ma la magistratura intende approfondire.

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