Insulti, frecciate e risse: nella Lega è tutti contro tutti

Ormai le bordate interne superano le sparate del partito sul governo. Maroni lancia l’allarme: "Sulla legge elettorale inciucio per punirci"

Insulti, frecciate e risse: nella Lega è tutti contro tutti

Roma - Barbari sognanti e parecchio litiganti (tra loro). Ma che pozione hanno ingerito nella tribù di Bossi? Stare all’opposizione ha rinvigorito gli animi leghisti che in fase offensiva danno il meglio di sé, ma il tasso di litigiosità interna sta superando quella esterna. Nel voto su Cosentino, alla Camera, si è sfiorata la rissa, con Giampaolo Dozzo (ora capogruppo dei leghisti) che ha quasi assalito il collega Luca Paolini durante il suo intervento contro l’arresto del pidiellino: «Ma è vero che ti ha chiamato Berlusconi? T’ha pagato?» aveva fatto Dozzo all’altro, avvicinandosi pericolosamente prima che Davide Caparini piombasse giù per dividerli ed evitare il pronto soccorso. Ma se non ci si mena veramente, lo si fa virtualmente, e i social network si sono trasformati in una perfetta arena per duelli all’arma padana. L’ultima è un post (un messaggio) sul profilo Facebook dell’assessore lombardo Monica Rizzi, leghista vicina al «cerchio magico» e alla famiglia Bossi, in particolare a Renzo, col quale ha condiviso pubblicamente, via web, un articolo del Fatto quotidiano molto critico verso il maroniano Gianluca Pini (a sua volta molto critico col «cerchio»). Iniziativa-vendetta che non è stata particolarmente gradita al deputato romagnolo, che nel giro di poco ha cinguettato questa frasettina su Twitter: «C’è una pantegana bionda finta laureata con tendenze esoteriche che posta su Facebook le menzogne del Fatto.. Non sapevo fosse passata all’Idv». Il riferimento preciso non è noto, sappiamo solo che la Rizzi è bionda, ha una strana laurea in Psicologia (se ne sono occupate Le Iene) e ha per amica una maga.
Baruffe padane di poco conto? Fosse l’unica... Anche dalle parti di Verona gli animi sono surriscaldati, causa Flavio Tosi e la sua testardaggine di correre da solo (lista civica). Molti bossiani non lo possono vedere, ma se un tempo si fingeva di essere amici, ora non più. Come ha fatto capire benissimo Marco Desiderati, deputato vicino all’ex capogruppo Marco Reguzzoni, che tirato un cazzottone mediatico all’indirizzo di Tosi: «Di personaggi così non sappiamo che fare. È il sindaco più presenzialista del globo terracqueo, manca solo al Grande fratello e all’Isola dei famosi». Opinione legittima, ma una volta non sarebbe stato ammissibile un attacco simile da un deputato (lombardo) verso un sindaco (veneto). Nella Lega sono saltati gli argini del sacro fiume Po.
E le liti non seguono solo l’asse cerchio magico vs Maroni (che ieri ha denunciato prove di «inciucio anti Carroccio»: «Temo che qualcuno stia pensando di fare come fece Craxi nel ’91, una legge elettorale punitiva nei confronti della Lega»), il testosterone leghista va oltre. Quando si è scoperto che c’erano diversi ex leghisti (tra cui uno in carica, Daniele Molgora, ex parlamentare) ad aver fatto ricorso contro la riforma dei vitalizi, molti parlamentari leghisti si sono «incazzati», per usare il termine adoperato da Giacomo Stucchi, deputato della Lega anti-vitalizi. «È ora di dire basta a tutti coloro che, pensando solo al proprio misero interesse, danneggiano l’immagine di un movimento costituito da tanta brava gente, che queste cose non merita certamente. Basta!!!». Contro il «traditore» Molgora anche Caparini, e tutti gli altri leghisti che vogliono l’abolizione dei vitalizi dei parlamentari. Qualcuno escluso, però.
Spiriti agitati anche sugli investimenti in Tanzania del tesoriere leghista Belsito. Battute, sfottò, frecciate. L’ultima è di Ettore Pirovano, presidente leghista della Provincia di Bergamo.

Siccome a Radio Padania hanno tagliato le mazzette dei giornali, per risparmiare, il leghista fa una proposta: «Chiedere alla Banca della Tanzania di inviare un bonifico all’edicola per saldare gli ultimi mesi dei giornali non pagati in modo che così potremmo riprendere la rassegna stampa per gli ascoltatori di Radio Padania». Capito, Belsito? Che barbari litiganti.

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