INTELLIGENZE SURRISCALDATE

Fa caldo. Fa caldo ai livelli dello spot in cui Luisa Ranieri tormenta il suo Antò, portandolo esasperato a bere il tè freddo. Fa caldo come e più che in agosto e mezza Genova va in giro con le maniche corte, mentre l’altra mezza fa un giretto in corso Italia o in spiaggia. Fa caldo. Fa caldo, tanto caldo, e il Comune cosa fa? Accende i caloriferi. Dando un ottimo argomento agli amministratori di condominio per far pompare al massimo il gasolio delle caldaie con la comoda scusa: «Lo dice il Comune». Poi, certo, la proroga è una possibilità e non un obbligo; poi, certo, nessuno mette la pistola alla tempia di chi controlla le caldaie per intimare loro di accendere. Ma, altrettanto certamente, il via libera di Tursi autorizza i peggiori sprechi di gasolio da parte dei condomini.
Chi, come molti nostri lettori, ha provato a chiamare in Comune per lamentarsi, ha ricevuto solo risposte inutili o date con tono di sufficienza del tutto fuori posto. E la cosa ancor più assurda è che questo via libera all’accensione dei caloriferi arriva nei giorni più caldi dell’ottobre più caldo che ricordiamo. E la cosa ancor più assurda (quando c’è di mezzo il Comune di Genova non bisogna mai porre limite alla provvidenza dei superlativi) è che questo via libera all’accensione dei caloriferi arriva dopo che lo scorso anno, quando davvero si battevano i denti e si ghiacciava nelle case, fu necessaria una vera e propria battaglia per convincere Tursi a dar fuoco ai bruciatori. E, di fronte alle insistenze, soprattutto a quelle del Giornale, le prime risposte erano di sufficienza o di pauperismo di riporto: «Che bisogno c’è di accendere i caloriferi? Non vi pare di esagerare? E poi si risparmia sull’olio combustibile». Preoccupazioni oggi dimenticate. Tanto che i fax delle redazioni già il 20 ottobre sputavano i comunicati su carta intestata del Comune che spiegavano che, «in conseguenza del brusco abbassamento delle temperature, il sindaco ha firmato il provvedimento che autorizza l’accensione degli impianti fino a lunedì 24 e per 6 ore al giorno». E, fin qui, poteva starci. Effettivamente, la scorsa settimana le temperature sono scese parecchio e i più freddolosi hanno avuto soddisfazione. Ma quello che non riusciamo a capire, nemmeno con tutta la buona volontà, è il comunicato di lunedì, quello che spiegava che «è stata prorogata fino al 31 ottobre l’ordinanza del sindaco che autorizza i responsabili degli impianti di riscaldamento ad azionarli per sei ore giornaliere, dalle 18 alle 22 e dalle 6 alle 8, con temperature negli ambienti di venti gradi». Tutto bello, se non fosse che, per ottenere quelle temperature, sarebbe stato sufficiente aprire le finestre.
Fa freddo e si spengono i caloriferi. Fa caldo e si accendono. E’ una piccola storia.

Ma abbiamo voluto raccontarla perchè fotografa il modo in cui viene governato il Comune di Genova e la distanza abissale fra gli amministratori di Tursi e i cittadini. E l’opposizione di centrodestra, spesso, è impegnata a guardarsi l’ombelico o a perdersi nei massimi sistemi, e nemmeno se ne rende conto.
Fa caldo. Ma a noi vengono i brividi.

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