- Telefonata del 15/1/2005
Facchetti: «Pronto?».
Bergamo: «Giacinto?».
F: «Ciao Paolo, buona sera».
B: «Giacinto ho saputo che hai avuto un lutto in famiglia».
F: «Eh sì, mia sorella».
B: «Ma quella che telefonò tua figlia la sera che eravamo insieme?».
F: «Sì sì».
B: «Eh la miseria, ma allora stava male o è stata una cosa improvvisa?».
F: «Era otto mesi che gli avevano trovato un linfoma, stava facendo le cure solo che è partito un embolo, quando stai curando da una parte crei punti deboli dall’altra».
B: «Mi dispiace volevo porgerti le condoglianze ma nello stesso tempo darti un “in bocca al lupo” senza impegno, e ti sono vicino».
F: «Grazie, sì. Ho visto oggi la Gazzetta o il Corriere che ha messo la proposta che sta per essere accettata».
B: «Sulla Gazzetta. È alla Fifa, quindi ora diventa... io ne ho già parlato con Walter. Magari se ti capita di parlare con Walter diglielo che è una proposta intelligente perché si evita di fare l’espulsione quando si dà i rigore».
F: «È venuto giù anche lui l’altro giorno lì a casa».
B: «Ah sì?».
F: «Hai fatto bene a dirmelo che lo devo sentire».
B: «Sì ti ricordi l’avevamo chiamato quando ci siamo visti e era impegnato quindi... Sì lo chiamo».
F: «Lo chiamo anch’io».
B: «Sì’».
F: «Di nuovo in bocca al lupo Paolo».
B: «Ciao Giacinto».
- Telefonata del 1/05/2005
Bergamo: «Pronto».
Facchetti: «Ciao Paolo»
B: «Ciao Giacinto, allora?».
F: «Allora partiamo alle cinque e mezza».
B: «Cinque e mezzo, quindi».
F: «Cinque e mezza, arriviamo a Pisa alle sei e mezza».
B: «Sei e mezzo, io ti asp...sto fuori».
F: «Mh, quando io sono lì».
B: «Quando tu arrivi mi chiami».
F: «Va bene».
B: «Ti dico dove sono».
F: «Provo a farti, un colpo, va bene».
B: «Eh va bene, d’accordo».
F: «Ciao, ciao».
B: «A dopo!».
F: «Ciao»
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