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Sci: Sofia Goggia trionfa nel supergigante di Beaver Creek
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Inter / Facchetti-Mazzini, 26/05/2005

Facchetti: «Pronto?».
Mazzini: «Giacinto sono Innocenzo Mazzini».
F: «Mazzini, sì aspetta un attimo Innocenzo.. (ti richiamo dopo ciao ciao...), eccomi Innocenzo».
M: «Ma io so che sei un mio amico e tu telefoni in Federazione... i ragazzi della nazionale... e non chiami me?».
F: «E non sapevo chi dovevo chiamare e...».
M: «Tu dovevi chiamare il rappresentante dei nazionali, Innocenzo Mazzini e basta».
F: «E adesso vedrai che chiamo te direttamente».
M: «Per cui tu ti trovi anche meglio, anche perché dopo sennò vengon fuori un sacco di casini che non si sa come gestire, mi dici che sta succedendo, ma che sta succedendo in queste ore?».
F: «No sta succedendo che...».
M: «Prima fate un certificato falso poi...».
F: «No, no, no, non quella del certificato falso è veramente una palla grossa come una casa».
M: «L’avete mandato però».
F: «E perché il nostro medico ha fatto questa ecografia e secondo lui c’era una lesione tra il primo e il secondo grado. Poi è venuto a fare allenamento e facendo allenamento scaldandosi così non ha sentito male e Mancini l’ha voluto portare a Genova, però poi a Genova non s’è fidato e l’ha mandato in tribuna. Allora l’abbiamo lasciato venire lì adesso Mancini chiama e dice: ma io domenica devo farlo giocare...». M: «E questo ragazzo è a fare l’europeo domani gioca eh... È in Ungheria sto ragazzo».
F: «ah, è in Ungheria».
M: «E no?».
F: «Cosa vuoi che ti dica...».
M: «E poi si è già data la lista all’Uefa, Giacinto io fo qualunque cosa, ma un minimo di decenza bisogna averlo».
F: «Ma guarda io non so cosa dirti...».
M: «Ma questi ragazzi sono in Ungheria sono a trecento chilometri da qua eh...».
F: «Sì sì infatti... Va beh adesso lasciami chiamare...».
M: «...Poi se c’è qualcosa che non ti torna chiama Berrettini e parla con Berrettini semmai è anche un amico..».
F: «a non so io chiamavo... (confuso)».
M: «No tu chiama me sennò si fa solo casini».
F: «Lasciami il tuo... a no ce l’ho... va bene».
M: «Il mio ce l’hai, tu c’hai il personale mio, il ragazzo domani gioca eh... e sono le qualificazioni per il campionato europeo eh...».
F: «Ma cosa vuoi che ti dica io non riesco a capire come un ragazzo così sia indispensabile all’ultimo...».
M: «Ma non scherziamo via, ora, io e te ci si conosce bene, che lui abbia bisogno di fare giocare un ragazzo che... va beh io poi.. si fa una partita te lo mando anche, ma insomma mettiti anche nei panni di una federazione che è dietro a un titolo europeo e lo sai che vuol dire eh...».


F: «Sì sì ma no... adesso fammi chiamare, che si è messo in testa che domenica lo vuol far giocare... lasciami vedere un attimo, va bene?».
M: «Va bene grazie ciao».
F: «Ciao». 

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