Il paradiso del putto fiorentino

Da quando ci smarrimmo in una sel­va oscura, ci è toccato come a scuola sorbirci le tre cantiche in tre anni fila­ti

L'inferno di Monti, il purgatorio di Letta, il paradiso di Matteo. Da quando ci smarrimmo in una selva oscura, ci è toccato come a scuola sorbirci le tre cantiche in tre anni filati. Prima fu la dannazione del Tecnico Sadico che ci ripeteva ogni giorno «lasciate ogni speranza voi ch'entrate» nelle tenebre eterne.

E subimmo pene d'ogni tipo, a qualunque girone appartenessimo. Poi venne il purgatorio di Letta, dove il governo sembrava il Censis, descriveva la situazione, vagliava ipotesi ma poi non decideva nulla. Meno facciamo meno sbagliamo, non facciamoci notare in Europa così non ci interrogano. Infine, al suono delle trombe di cherubini e serafini, dopo aver trombato Bersani e Letta, arrivò il Beato Matteo che ci promise il paradiso. Madonna Beatrice Boschi discese tra noi a miracol mostrare.

E il Bambino divino ci deliziò raccontandoci mille e una notte, mille euro senza dies Irap. Sarà un illusionista o un bimbino che gioca a fare il maghetto, come Harry Potter, capisco e condivido tutti i dubbi e le diffidenze che ho letto e ascoltato. Ma preferisco le promesse alle minacce, i sogni agli incubi. E mi auguro per il nostro bene che il Bimbino ce la faccia.

Posso dire che alle Fornero e alle Kyenge preferisco le Boschi? Posso dire che dopo tanto catastrofismo preferisco l'ottimismo magico-puerile del pupo fiorentino?

E che preferisco il berluscotto Renzi alla rispettabile evanescenza di Letta e alla ferocia di Crudelia de' Monti? Presto sapremo se era solo una commedia, se era tutto un giochino puerile oppure no.

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