Sono davvero contento di sapere che Ciriaco De Mita probabilmente si candiderà a sindaco di Nusco e correrà contro suo nipote, Giuseppe. È uno sfregio vistoso all'età dei renzini, dei grillini e dei rottamatori. Arriva dal museo del paleolitico democristiano un reperto della Prima repubblica, che parla un gergo incomprensibile ai più, di un'era geologica ormai sconosciuta, aggravato da una dizione arcaica in uso solo in alcune tribù dell'entroterronia. Vogliono liquidare il Vecchio, e ti rispunta il Vetusto. Vogliono mettere un tetto di due legislature ai parlamentari e De Mita invece non è sazio di averne fatte undici, più una nell'Europarlamento. Per dare alla politica il sugo di una volta, torna Ciriaco il Pelato, il Passato Verace.
Considerate i vantaggi: con De Mita in campo rivalutiamo il presente, ci ricordiamo che il passato non era l'età dell'oro e arriviamo perfino a rimpiangere la Seconda repubblica che ci liberò dalla Prima. E poi la discesa in campo di De Mita ringiovanisce un po' tutti, da Berlusconi a Napolitano, da D'Alema a Bossi, a noi stessi che torniamo ragazzi. Persino il recupero di Mastella candidato alle Europee sembra un tuffo nella giovanile Dc, gli under 70.
C'è poi il risvolto sentimentale: Ciriaco alla guida di Nusco, il paese che lui rese mitico, è un
antico proverbio che si fa realtà, una festa patronale. Non chiamatelo sindaco, però, meglio Catapano, come si usava a Sud mille anni fa. Con De Mita sindaco dopo suo nipote, c'è speranza per il nonno di Renzi a Palazzo Chigi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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