Dedicato ai partigiani comunisti

Ai partigiani comunisti, che furono i più, dedico oggi, 25 aprile, questa poesia di uno che la pensava come loro e poi si pentì

Ai partigiani comunisti, che furono i più, dedico oggi, 25 aprile, questa poesia di uno che la pensava come loro e poi si pentì. È la sintesi perfetta del comunismo: «Il bene, volevamo il bene/ raddrizzare il mondo./ Non ci mancò la fermezza:/ ci mancò l'umiltà./ Quello che volevamo non lo volevamo con innocenza./ Precetti e concetti,/ superbia da teologi:/ battere la croce,/ fondare con il sangue,/ edificare la casa con i mattoni del crimine,/ decretare la comunione obbligatoria./ Alcuni divennero segretari dei segretari/ del Segretario Generale dell'Inferno./ La rabbia s'è fatta filosofia,/ la sua bava ha coperto il pianeta./ La ragione discesa sulla terra/ ha preso la forma del patibolo/ e in milioni l'adorano».

È una poesia che descrive perfettamente il sogno comunista del paradiso in terra che si trasforma in inferno, la liberazione dal Male che muta in atroce dittatura del (sul) proletariato. L'ha scritta Octavio Paz da ex-comunista. Nello stesso libro, Anch'io sono scrittura, Paz ricorda che un giorno a Madrid durante la guerra civile spagnola sentì all'università, oltre i sacchi di sabbia, voci e risate. E chiese: Chi sono? «Sono gli altri» rispose sprezzante un compañero. Erano i nemici. Stupito e addolorato per il tono della risposta, il poeta obietta: «Ma quelle voci sono umane, come la mia...

perché uccidere chi non la pensa come noi?».

P.S. La Difesa ha affisso in tutta Italia manifesti in cui si spaccia una foto del 25 luglio del '43 per una del 25 aprile del '45 (vedi storiainrete). Così salta la Resistenza...

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