Come ruba (tutto) il Pd

Le intercettazioni svelano il sistema di finanziamento tra coop rosse e partito

Come ruba (tutto) il Pd

I dibattiti. I convegni con lezioncina di etica incorporata e il coffee break canonico. I distinguo, altezzosi: «Noi siamo il Pd, siamo diversi. Sono gli altri che rubano e quelli di noi che hanno sbagliato sono mele marce». Come Giorgio Orsoni, l'ormai ex sindaco di Venezia isolato come un appestato e scaricato, cinque minuti dopo l'arresto, con frasi più ruvide della corda al collo di un impiccato.
Uno schemino che per qualche giorno ha funzionato anche nella Venezia del Mose, della vergogna e delle mazzette agli altri. Peccato che questa sia solo una fiction. Basta leggere una pagina a casaccio pescata dalla sterminata letteratura di questa indagine per capire che i cooperatori rossi sgomitano e chiedono un posto a tavola. «Chiama Roma. Cosa ci manca? Gli amici. Il partito ci deve aiutare». E ancora: «La fame è tanta in giro». Parole che fanno rabbrividire. Tutte le altisonanti disquisizioni sul compagno Primo Greganti, presunto fossile di un'epoca lontana, vengono spazzate via dalle telefonate, dai dialoghi, dalle conversazioni che mostrano l'intreccio perverso fra la casa madre e la costola rossa del mondo cooperativo.
Giovanni Mazzacurati, il dominus di questa Tangentopoli, racconta una verità cruda: anche il partito che ha fatto della superiorità morale la propria bandiera era dentro il sistema. Da sempre. E lì è rimasto. E Orsoni ha fatto i nomi e i cognomi dei compagni. «È il Pd che mi ha spinto a battere cassa», ha spiegato ai magistrati. Intanto, ai piani alti del Nazareno si almanaccava sul fatto che Orsoni non fosse un iscritto. Un dibattito surreale. Incartato nell'ipocrisia. Non si tratta di costruire un nuovo teorema, ma di guardare a quel che sta emergendo in modo clamoroso fra la laguna e la Milano dell'Expo. Una realtà che va ben oltre la contabilità delle manette e la prudenza, doverosa, davanti a un'inchiesta ancora in corso. Altro che mela. È l'albero a essere avvelenato.

Lo si era intuito già vent'anni fa, ma allora il Pci-Pds se la cavò buttando elegantemente la croce sui compagni miglioristi. Oggi, i maestri del moralismo puntano il dito contro i traditori del Nordest. Le nuove vittime sacrificali. E tornano ai loro convegni. E ai loro affari.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica