Il tragicomico e la santa incazzatura

L'unico filo conduttore nella biografia di Grillo è l'incazzatura: faceva comicità incazzata, poi ha fatto politica incazzosa, adesso annuncia incazzatissimo che vogliono farlo fuori

Un tempo era comico, poi diventò serio, ora si fa tragico. L'unico filo conduttore nella biografia di Grillo è l'incazzatura: faceva comicità incazzata, poi ha fatto politica incazzosa, adesso annuncia incazzatissimo che vogliono farlo fuori. Certo che vogliono eliminarlo, la politica è mors tua vita mea; ma non nel modo sanguinoso che il tragicomico denuncia, vogliono sgonfiarlo, spernacchiarlo, discreditarlo.

E non tanto perché dà fastidio ai poteri, ma perché fa gola il suo bacino di voti. Credo che Grillo tutto sommato assolva un compito necessario: è il collettore del malessere, la buca delle lettere della protesta, il bacino di raccolta differenziata della rabbia per non finire nel pozzo nero dell'astensione o peggio della lotta armata.
Sulle denunce ha quasi sempre ragione, il guaio è quando pretendi da Grillo e dai grillini proposte e soprattutto gestione; ma no, dai, non puoi chiedere a chi si è autoeletto cane da guardia dei cittadini arrabbiati di diventare amministratore del condominio.

Can che abbaia non governa. Anni fa cercai di riportarlo in Rai, ci incontrammo, ma successe il finimondo; capisco la sua rabbia. In principio Grillo sparò contro gli inganni della pubblicità, i danni ecologici, poi denunciò l'usura, sulla scia di Giacinto Auriti.


Ma Grillo non è Ezra Pound, non è fascista e non è nemmeno eversivo. È arrabbiato. Lo aspetto in Parlamento, sia inflessibile ma non sguaiato, implacabile nelle denunce ma niente insulti e vittimismo. Lunga vita a Grillo, all'opposizione.
Cent'anni di Santa Incazzatura.

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