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Roma, primarie centrosinistra: vince Marino. Scontro sui brogli

Ignazio Marino ha vinto le primarie del Pd per la candidatura come sindaco di Roma. Polemiche sui voti dei Rom

Roma, primarie centrosinistra: vince Marino. Scontro sui brogli

Roma - Ignazio Marino, candidato sindaco di Roma per il centro-sinistra: la conferma è arrivata in serata, una percentuale tra il 48 e il 50% delle preferenze. Il chirurgo prestato alla politica veniva dato in testa già dagli exit poll forniti a urne chiuse con il 54,5% (Tecnè per SkyTg24); seguire c'era David Sassoli con il 24,2%, Paolo Gentiloni con l'8,1%. Distanziati Gemma Azuni (3,6%), Stefania Prestipino (2,4%) e Tommaso Di Mattia (1,3%). Pioggia di congratulazioni, in testa il segretario Pier Luigi Bersani, su twitter.

Il risultato non placherà però le polemiche. L'obiettivo degli organizzatori era di portare 100mila persone negli oltre 200 seggi della città. Obiettivo riuscito. È bastato allargare il voto ai sedicenni e togliere i «paletti» dell'iscrizione nelle liste elettorali interne. Il sistema aveva le sue controindicazioni. E la prima a smascherarle è stata Cristiana Alicata (membro della direzione regionale Pd). L'attivista ha postato su Facebook una denuncia: «Le solite incredibili file di rom che quando ci sono le primarie si scoprono appassionatissimi di politica». La Alicata è stata subissata di critiche, respinte al mittente: «Il razzismo non c'entra nulla. Sono voti comprati. Chi lo nega è complice dello sfruttamento della povertà che fa il clientelismo in politica».

Anche Patrizia Prestipino, una dei candidati, ha delle riserve sulla trasparenza delle operazioni. «Girando per i seggi - spiega - non ho notato irregolarità, ma molto nervosismo sì. Ho registrato quanto meno un'anomalia: nel sorteggio per la posizione del candidato nella scheda io ero arrivata terza e invece oggi mi sono scoperta quinta». Il segretario romano Pd, Marco Miccoli, ha cercato di sdrammatizzare. «Se le primarie sono aperte agli immigrati, loro votano.

Se poi ci sono segnalazioni di irregolarità vedremo».

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