Via l'Imu. Fatto

A giugno non pagheremo l'Imu, a luglio non aumenterà l'Iva, presto le aziende avranno sgravi fiscali per le assunzioni, via i finanziamenti ai partiti e altre cose del genere. Sembra di leggere il programma elettorale di Silvio Berlusconi

Via l'Imu. Fatto

Guida Letta ma la strada è quella del Pdl. A giugno non pagheremo l'Imu, a luglio non aumenterà l'Iva, presto le aziende avranno sgravi fiscali per le assunzioni, via i finanziamenti ai partiti e altre cose del genere. Sembra di leggere il programma elettorale di Silvio Berlusconi, invece è il programma sì, ma del governo Letta-Alfano. Sembra passato un secolo da quando, due settimane fa, Bersani giurava: noi mai e poi mai col Pdl, il suo programma è una truffa; e la Annunziata dava dell'impresentabile ad Alfano da un pulpito Rai. Ma non solo. Parte anche, probabilmente presieduta da Berlusconi, la commissione bicamerale che dovrà riscrivere la Costituzione e portarci, come implorato (e approvato dal Senato) dal Pdl meno di un anno fa, a una Repubblica di tipo presidenziale entro un anno e mezzo.
Se il buongiorno si vede dal mattino, bisogna ammettere che questo governo si presenta bene. Facciamo pure la tara del fatto che la luna di miele esecutivo-Parlamento era una strada obbligata dal risultato elettorale, dall'implosione del Pd, dalla tensione sociale che sta raggiungendo livelli di allarme rosso, come dimostra la sparatoria di Roma.

Non escludiamo che, passata la paura di tornare a casa con biglietto di sola andata, deputati e senatori si rimettano a fare pollaio. Tutto è ancora possibile, ma intanto un primo, necessario passo è stato fatto e la strada è quella indicata dal Pdl. A smontare tutto, se sarà necessario, si fa sempre in tempo.
Letta e Alfano hanno azzerato in un sol colpo un anno e passa di sciagurato governo Monti. Nei fatti e nelle parole: «Di solo risanamento l'Italia muore», «il fisco non può essere un nemico», sono espressioni che erano uscite dal linguaggio della politica e bollate come eresie. Noi le abbiamo ripetute fino alla nausea tra il dileggio di tanti soloni che ora si accodano ad applaudirle. Siamo felici che il premier Letta le abbia pronunciate ieri con la solennità di un giuramento, dal quale non si può più tornare indietro.

Non si spaventino, lui ed Alfano, degli irriducibili, pochi per fortuna, del catastrofismo.

Quelli che preferiscono pagare tasse e creare disoccupati che vedere Berlusconi e i suoi uomini al governo. Ieri hanno avuto un travaso di bile, da oggi daranno battaglia usando i soliti mezzi: insulti, delegittimazione, veleni. Non ci spaventano. La spina del governo, se Dio vuole, ce l'ha in mano solo il centrodestra.

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