Quelle spiaggie "no dog" offendono il buonsenso

A Sorrento tutti i lidi sono banditi ai cani. Il sindaco: "È una vecchia ordinanza...". Ma scoppia la polemica

Quelle spiaggie "no dog" offendono il buonsenso

Hai voglia, cara Michela Vittoria (Brambilla), di battagliare, di promuovere riunioni, di incantare amministratori, di sederti a firmare accordi con l'Anci, insomma di dannarti l'anima perché anche l'Italia rientri nei paesi civili che, com'è noto, si misurano anche da come trattiamo gli animali. Hai voglia cara mia, se poi trovi una testa di coccio (ho scritto e pensato «coccio», sia chiaro) come l'attuale sindaco di Sorrento Giuseppe Cuomo che emette un'ordinanza secondo la quale vengono vietate le spiagge a tutti i cani, compresi quelli che portano guinzaglio e museruola.
La brillante idea, espressa dalla giunta sorrentina, e realizzata dal primo cittadino, ovviamente contrasta non solo le battaglie degli animalisti, ma anche il comune buon senso delle persone che hanno un cane e vorrebbero portarselo con sé anche in vacanza, senza doverlo sacrificare notte e giorno presso la gabbia messa gentilmente a disposizione dall'albergo.

Ma il vero capolavoro del sindaco è la motivazione di quest'atto amministrativo che sta sollevando polemiche di fuoco. «L'ordinanza» si difende il sindaco «non fa che riproporre i divieti già in vigore in una precedente delibera che risale al 2002 e alla quale abbiamo aggiunto altre direttive, dopo il passaggio dalla Capitaneria di Porto di Castellammare a quella di Napoli». Il ragionamento sarebbe questo. Visto che l'ammirazione precedente, magari di colore diverso, ha fatto una cazzata, ci sentiamo in obbligo di perpetrarla, così qualcuno non potrà dire che a Sorrento non ci sia una continuità amministrativa, sì insomma che i nuovi sindaci lascino il comune con dei vuoti nei regolamenti. Erano meglio i vuoti, ci creda, signor sindaco.

Spiagge off limits dunque per gli amici a quattro zampe, quando il nostro turismo risulta già provato da una crisi economica di proporzioni mai conosciute negli ultimi decenni, ulteriormente danneggiato da eventi naturali catastrofici come i terremoti che hanno colpito duramente varie regioni e insidiato dalle offerte di altri paesi viciniori, dove, alle acque chiare e ai prezzi più contenuti, si associa l'offerta di divertimenti, come i casinò (e diciamolo pure anche i casini, è la nuda verità) che qui da noi, un sordido perbenismo da vecchi bigotti e baciapile rifiuta come la peste bubbonica.
Non contento delle spiagge vietate ai cani, il sindaco dà un giro di vite generale, già che c'è, con qualche altra regola. Tra queste, non è consentito praticare qualsiasi gioco «salvo nelle zone debitamente attrezzate dai concessionari» e ancora è fatto divieto di campeggiare; di lasciare natanti in sosta; di lasciare dopo il tramonto ombrelloni, sedie, sdraio o tende, di fare pubblicità attraverso la distribuzione di volantini o manifesti e di gettare in acqua o sugli arenili rifiuti di qualsiasi genere. E su quest'ultima credo che troverà ampio consenso.

A Sorrento però c'è chi ha buona memoria e ricorda un lascito del marchese Maresca di Serracapriola, 500 milioni di lire, da destinare alla costruzione di un canile

modello, per evitare ai cani una vita di tribolazioni. Ma del canile non si è mai vista traccia. Ne sa qualcosa l'amministrazione?
Vide 'o mare quant'è bello, Spira tantu sentimento, Torna a Surriento… Sì, ma col cane.

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