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Le verità che la giunta vuole ignorare

Il documento del relatore Augello: serve il ricorso alla Consulta e alla Corte del Lussembergo. Il nodo dell'iter giuridico

Le verità che la giunta vuole ignorare

Roma - Freno e acceleratore, freno e acceleratore. Sulla decadenza di Silvio Berlusconi si va avanti così per ore nella giunta per le immunità del Senato, dove il Pdl preme sul primo e la sinistra con i grillini sul secondo. Tra polemiche, liti e trappole, alla fine prevale la fretta di inchiodare il Cavaliere e stasera alle 20 si potrebbe arrivare al voto, uno solo sulle 3 questioni pregiudiziali poste da Andrea Augello.Il Pd già dice che voterà contro e il relatore annuncia che è pronto a dimettersi.

La prima: la giunta è un organo politico o giurisdizionale, che come tale può ricorrere alla Corte costituzionale sulla legge Severino già nella fase preliminare e non solo nel dibattimento? La seconda, che Augello sottopone alla riunione che apre l'iter della procedura per l'eventuale decadenza di Silvio Berlusconi, dopo la condanna a 4 anni per frode fiscale, riguarda il rinvio incidentale alla Consulta per la questione di legittimità costituzionale della legge sulle regole dell'incandidabilità. La terza è la richiesta di un'interpretazione delle norme alla Corte di giustizia dell'Ue, su possibili violazioni dei principi del diritto comunitario.

Cautamente, il senatore Pdl non scopre le sue carte, pro o a favore del Cavaliere, ma interroga la giunta sui presupposti della discussione. A Sant'Ivo alla Sapienza la seduta inizia con qualche minuto di ritardo sull'appuntamento delle 15, perché Augello fa fino all'ultimo ritocchi e aggiunte al suo testo di circa 80 pagine.

L'attacco arriva subito e il clima si surriscalda. La sinistra e il Movimento 5 Stelle cercano di mettere alle strette il relatore per farlo uscire allo scoperto e bocciarlo. La discussione si fa vivace quando pretendono che dica se è favorevole o meno alla decadenza del Cavaliere.Se lui si pronunciasse e il voto contrario di Pd, M5S, Sel e Scelta civica (sarebbero 14 a 9 se il socialista Enrico Buemi si schierasse con il centrodestra) lo sconfessasse, il presidente Dario Stefàno (Sel) dovrebbe scegliere un nuovo relatore. Augello e il Pdl fiutano la trappola e resistono alle pressioni. Sostengono che prima di arrivare alle conclusioni è necessaria un'attività istruttoria della Giunta, un approfondimento delle carte. «Abbiamo chiesto al relatore - si lamenta mentre la riunione è in corso Mario Giarrusso (M5S) - di conoscere le sue conclusioni e siamo rimasti molto sorpresi dal fatto che invece abbia presentato solo tre pregiudiziali che come tali verranno trattate e, dopo una breve discussione, votate».Breve? Giacomo Caliendo del Pdl non ci sta. Per lui, non basta una discussione ristretta prima del voto, bisogna approfondire. Elisabetta Alberti Casellati e il capogruppo Nico D'Ascola gli danno man forte.

Il Pd parla con più voci, ma Stefàno si appella al regolamento e impone il voto unico, insieme sulle pregiudiziali e sull'intera relazione, non suddiviso per le tre questioni sollevate.

Ma quando si voterà, è il punto. Pd, M5S e Sc fanno di tutto per arrivarci in serata ma Pdl, Gal e Lega fanno fronte comune e insistono per rinviare. La spuntano loro, ma solo di poco e non riescono ad ottenere l'apertura di una discussione nel merito delle questioni giuridiche. Augello deve produrre degli allegati alla relazione e chiede un aggiornamento ad oggi. Alle 12, alle 20? Si decide per la serata, ma per il Pdl si corre troppo se si arriva già al voto, così in fretta. Perché in questo caso i tempi non sono quelli normali, con una seduta a settimana senza urgenza?

Comunque, quella di oggi non è una nuova convocazione, ma un seguito della seduta di ieri. Il calendario dei lavori è ancora in alto mare. «Se la Giunta voterà contro le pregiudiziali poste da Augello (Pdl), chiederemo la sostituzione del relatore», fa sapere su Twitter il M5S. Confermando che nel mirino c'è proprio lui, il senatore di centrodestra. Oggi, dunque, si discuteranno le tre pregiudiziali e per Stefàno è «probabile» già il voto. Felice Casson ( Pd) dice invece che è «impossibile».

Nella relazione si citano precedenti nella Giunta, come il caso «Mercatali» della scorsa legislatura, sull'ammissibilità della pregiudiziale di costituzionalità nella fase iniziale dei lavori della Giunta. Vuol dire che si potrebbe ricorrere all'Alta Corte senza aspettare la fase di «contestazione», cioè entrare nel vivo del sì o no alla decadenza.

Sulla seconda questione, la costituzionalità della legge Severino e dei relativi decreti applicativi, Augello individua 10 diversi profili di illegittimità: dalle differenze tra legge delega e decreti delegati, in alcuni casi giudicati generici, alla retroattività delle norme.

E quest'ultimo sarebbe proprio tra i motivi di ricorso alla Corte di giustizia di Lussemburgo, oltre che alla Consulta.

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