La guerra è finita

Renzi riceve Berlusconi e lo riconosce come primo e legittimo interlocutore. Il segretario del Pd trascina con la forza la sinistra fuori dall'antiberlusconismo ideologico, militante, cieco e stupido

La guerra è finita

Ieri, 18 gennaio 2014, potrebbe essere la data di concepimento di una nuova Italia. Non solo perché nell'incontro tra Renzi e Berlusconi nella sede del Pd (già questo è fatto storico) sono state messe nero su bianco tre riforme vere della politica (legge elettorale, abolizione del Senato e costi delle Regioni) ma soprattutto perché è stata siglata la fine di una guerra civile che da vent'anni paralizzava il Paese. Matteo Renzi trascina con la forza la sinistra fuori dall'antiberlusconismo ideologico, militante, cieco e stupido. Da oggi Forza Italia e il Cavaliere sono avversari politici da battere nelle urne, non più il male assoluto da estirpare a forza. Altro che pregiudicato o decaduto. Il fatto che Renzi abbia ricevuto Berlusconi in casa propria con gli onori e il rispetto che merita un pluri capo di governo e leader di uno dei più grandi partiti europei mette a nudo la stupidità dei sui predecessori, dei giornalisti alla Lucia Annunziata («ma che volete, voi del Pdl siete impresentabili» rivolto ad Alfano in diretta tv), la miopia degli intellettuali accecati alla Paolo Mieli («vedrete, Berlusconi scenderà a miti consigli e si ritirerà a vita privata», disse pochi mesi fa intervistato da Mentana). Per non parlare della sentenza politica pronunciata con arroganza e gusto dal predecessore di Renzi, tale Epifani, pochi minuti dopo la condanna definitiva del Cavaliere: «Il Pd eseguirà la sentenza che espelle Berlusconi dal Senato e dalla politica». Lo disse dalla stessa stanza che poche ore fa ha accolto come ospite gradito il capo di Forza Italia. È lui, Epifani, che ieri non c'era e mai più ci sarà. Se quello che è successo ieri farà cadere o no il governo, se si andrà a votare a maggio con le europee o più avanti, ora passa in secondo piano. Che cosa ne pensi e come si muoverà nelle prossime ore Napolitano è per la prima volta da anni a questa parte non più decisivo. Per non parlare delle mosse degli alfaniani e dei nostalgici comunisti del Pd: irrilevanti. Certo, ognuno di questi signori potrà fare casino, mettersi di traverso, anche provocare drammatiche rotture. Ma saranno solo colpi di coda di un sistema agonizzante. Due signori, Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, che detengono la maggioranza dei voti degli italiani, ieri hanno deciso di passare alla storia e cambiare regole e andazzo.

Sono entrambi sufficientemente ambiziosi, folli e capaci per riuscirci. Poi si divideranno di nuovo e per sempre. Perché Renzi non sarà mai di centrodestra e Berlusconi, come noto, non è di sinistra. Ma quella sarà tutta un'altra storia.

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