San Valentino alla toilette

Quando vedo le coppie di innamorati a san Valentino e la loro dolce demenza, io li proietto nel loro futuro dopo la fase acuta e mi viene un po' da piangere e un po' da ridere.

San Valentino alla toilette

Quando vedo le coppie di innamorati a san Valentino e la loro dolce demenza, io li proietto nel loro futuro dopo la fase acuta e mi viene un po' da piangere e un po' da ridere.

Penso alla futura schiavitù e da maschio mi colpisce più quella dei maschi. Li vedo da sposati, li immagino stimati nella loro vita pubblica, ma poi ridotti in casa a delle larve umane. Un segnale pericoloso un tempo erano le pattine, per obbedire alle fisime lucenti della moglie.

Ma ho scoperto il punto preciso in cui avviene l'abdicazione e poi la resa simbolica dell'uomo alla sua signora o domina (che è poi l'etimo di donna). È quando un uomo accetta il diktat della sua dominatrice di sedersi sul water per orinare. Lo scopo è non produrre schizzi extratazza o sul tarallo, ma la perdita della posizione eretta nella minzione segna la capitolazione del maschio e il suo docile accucciarsi agli ordini della Domatrice. Alza la zampa, e lui la alza, siediti, e lui si siede. E anche i figli vengono così castrati in età precoce.

Ricordo un amico di gioventù, rustico e spaccone, uso a grattarsi il pacco che, dopo sposato, cambiò modi. Non capivamo cosa fosse accaduto. Un giorno scoprimmo che la moglie lo aveva ammaestrato a far pipì seduto sulla tazza. Fu la sua fine.

L'organo finì ai domiciliari, lui diventò l'ombra di se stesso. C'è pure un film con Jack Nicholson che da pensionato, perduta la moglie, riscopre il gusto di far pipì in piedi, come natura vuole. La schiavizzazione dell'uomo comincia dalle vie urinarie. Non prostratevi.

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