È un governo perfetto per la quadriglia: otto dame e otto cavalieri. Non so per un governo, ma va bene per una comitiva. Per metà di loro, il pregio maggiore coincide col difetto più vistoso: gente fresca e ignara, di totale e garantita inesperienza. Il Massimo Inesperto è lui, il Premier, in compenso ha una personalità e un'energia prodigiose. Poi c'è l'altra metà, quella dei reduci, di maggior esperienza e d'impronta politichese. Il lato d'ombra, manco a dirlo, è il ministro dell'Economia che - si capisce - non l'ha scelto Renzi ma l'Establishment: un Monti III, dopo Saccomanni. Padoan Schioppa giura a parte: solo un caso o un fato?
Per ora il renzismo è un'ideologia anagrafica. Non esprimiamo giudizi a priori perché sarebbero appunto pre-giudizi. Renzi è premier per misteriosa investitura, non elettorale né oligarchica, ma per colpo di fulmine e simpatia virale. La sua nomina nasce per quell'inspiegabile fenomeno chimico che tramuta la Disperazione generale in Fiducia generazionale. Renzi ha tre possibilità: di essere un bluff, di finire infognato nella palude e di riuscire a dar una scossa all'Italia e fare qualche bella riforma. Per ottimismo catastrofico, speriamo nella terza ipotesi anche se, per calcolo razionale ed esperienza nazionale, è la meno probabile delle tre.
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