Elezioni Regionali

Addio democrazia diretta: in Abruzzo il M5S "dimentica" il voto online

La base non è stata chiamata a esprimersi sulla maxi accozzaglia alle elezioni regionali. La fronda grillina attacca: "Tutto calato dall'alto, non voteremo D'Amico"

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I tempi della democrazia diretta in casa Movimento 5 Stelle, intesa nel concetto d'origine, rappresentano un lontano ricordo. Messo nel cassetto momentaneamente o abbandonato per sempre? Il tempo fornirà la sua risposta. Sta di fatto che in Abruzzo il via libera alla maxi ammucchiata a sostegno di Luciano D'Amico è arrivato senza il famoso voto online, un punto che in passato invece era irrinunciabile: la base veniva consultata prima di avallare decisioni di rilievo. Ma così non è stato in occasione delle imminenti elezioni regionali. Eppure la portata dell'evento è enorme, visto che debutterà l'inedito campo larghissimo che vede dentro tutti, dal Pd al M5S passando per Azione, Abruzzo Vivo (Italia Viva) e Verdi-Sinistra. Tra alcuni attivisti grillini serpeggia rabbia e delusione per la gestione del processo che ha portato a un carrozzone del genere.

Dov'è finita la democrazia diretta?

I malpancisti grillini lamentano di non aver agito sulla scia della tanto cara democrazia diretta, denunciando di non aver avuto l'occasione di potersi esprimere sull'alleanza in formato extra large. L'accusa è al veleno: aver indetto una riunione regionale degli iscritti e, nonostante diverse contrarietà emerse, aver sostenuto che la base fosse d'accordo. A prendere le distanze pubblicamente era stato fin da subito il consigliere regionale Domenico Pettinari, che ora ha intrapreso una strada autonoma. "L'alleanza è stata fortemente voluta dal coordinatore regionale e dalla maggior parte dei portavoce regionali", rivela a ilGiornale.it un attivista che preferisce mantenere l'anonimato.

Dalla fronda si solleva un monito durissimo: "Hanno utilizzato l'escamotage della riunione per legittimare le loro scelte, dichiarando alla stampa di avere l'appoggio della base". Un punto su cui però Gianluca Castaldi, coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle, replica parlando di "sciocchezze" e rivendicando di aver raccolto gli umori e le istanze di programma e politiche dei partecipanti. "Io ho relazionato senza conclusioni personali ma esponendo, come giusto che sia, i fatti", è la precisazione che ci affida.

I candidati "calati dall'alto"

Tuttavia, al di là delle sfumature e dei minimi particolari del caso, un fatto resta scolpito sulla pietra: non c'è stato il voto online sul minestrone di sinistra che si presenta in Abruzzo. La consultazione promossa sul web ha invece riguardato la lista di candidati per ciascuna circoscrizione elettorale, ma anche su questo punto la fronda grillina alza la voce: "Alla fine hanno compilato la lista e ci hanno fatto votare questa lista calata dall'alto dove noi potevamo solo dire sì o no". Una sorta di pacchetto invece di una singola scelta.

Un'accusa che Castaldi respinge al mittente, garantendo che le procedure hanno rispettato in pieno lo Statuto e spiegando che insieme ai coordinatori provinciali - in accordo con il presidente - si è valutata una proposta che mettesse insieme "territorialità, appartenenza e competenza". La proposta di lista del Movimento in Regione Abruzzo è stata approvata da 659 persone su 776 votanti, incassando dunque oltre l'80% delle preferenze. Numeri tutt'altro che brillanti in termini di partecipazione, sintomo anche della distanza che si è via via prolungata con il territorio. Non a caso c'è chi si dice sconcertato dallo scarso spazio di discussione sui candidati, evocando una "differenza abissale" rispetto alle cosiddette regionarie del passato.

Castaldi inoltre assicura che Giuseppe Conte è al corrente di ogni azione politica. Il coordinatore regionale dei 5 Stelle non fa passi indietro e ribadisce con orgoglio la strategia portata avanti in Abruzzo: "Si sta lavorando sul programma fin dall'estate scorsa per permettere a tutta l'area progressista di trovare spunti comuni su cui creare una coalizione forte e coesa sulle soluzioni ai problemi del nostro territorio". Ma la domanda resta sempre la stessa: per quale motivo non è stata messa ai voti l'accozzaglia di sinistra a sostegno di Luciano D'Amico? I malpancisti hanno un sospetto: "In molti avrebbero votato contro". E di conseguenza sarebbe saltato il campo larghissimo.

L'ira della fronda M5S

Gli attivisti ribelli giudicano "abbastanza consistente" la fronda che si oppone alle scelte del M5S in Abruzzo e che desidera raggiungere Conte per chiedere spiegazioni, alla luce anche delle uscite in merito all'alleanza con Azione e Abruzzo Vivo (Italia Viva) che hanno fatto discutere. I delusi agiscono anche per mezzo di chat private: tra queste vi è quella denominata "Resistenza attiva 5 Stelle" che si pone l'obiettivo di "dare voce a chi non è d'accordo con la scelta di pochi".

Castaldi comunque invita a marciare compatti per centrare la vittoria in Abruzzo: "Le critiche e la visione diversa sono il sale della democrazia, sono felice ci sia questo dibattito interno. Ora però pancia a terra, tutti, per un Abruzzo migliore e gestito da abruzzesi". Ma dalla fronda arriva un messaggio chiarissimo: i malpancisti non voteranno D'Amico alle urne. "Noi cerchiamo di rimanere coerenti con la nostra storia e in questo senso non possiamo votare D'Amico che rappresenta una parte politica che abbiamo sempre combattuto", viene spiegato. Infatti, proprio come scritto ieri su ilGiornale.it, in passato D'Amico era il bersaglio dei grillini che invece ora lo appoggiano alle elezioni regionali.

Tra la piroetta sul candidato e la "nuova" concezione di democrazia diretta, il corso che porta la firma di Conte sarà di nuovo sotto i riflettori.

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