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Afghanistan, rientra in Italia la salma del capitano La Rosa

Il C130 con a bordo la salma del capitano dei Bersaglieri, 53esima vittima italiana dall'inizio della missione in Afghanistan. Ad accoglierlo Letta e Mauro

Il feretro del capitano dei Bersaglieri, Giuseppe La Rosa
Il feretro del capitano dei Bersaglieri, Giuseppe La Rosa

La salma del capitano dei Bersaglieri Giuseppe La Rosa, ucciso sabato scorso in Afghanistan. è in Italia. Questa mattina il C 130 dell’Aeronautica Militare, che trasportava il feretro del 31enne militare siciliano, è atterrato sulla pista dell’aeroporto di Roma-Ciampino. "Era un ragazzo di una grande forza di volontà: infatti aveva avuto anche il tempo di laurearsi", ha commentato il comandante della Brigata Sassari, generale Manlio Scopigno.

Sulla dinamica di quanto è accaduto in Afghanistan, stanno facendo gli accertamenti necessari a ricostruire l'attentato che ha stroncato la vita a un altro militare. Mentre un commando di talebani attaccavano nel centro di Qalat, capoluogo della provincia meridionale afghana di Zabul, il compound del governo provinciale, l'Italia ha accantonato per un giorno le polemiche e ha riabbracciato la salma del capitano La Rosa che, all'aeroporto, è stata accolta dal presidente del Consiglio Enrico Letta e dal ministro della Difesa Mario Mauro. "Era un ragazzo solare che aveva sempre un sorriso per tutti, soprattutto per i bambini, e che con il suo atteggiamento strappava anche agli altri un sorriso", ha spiegato il tenente colonnello Francesco Di Marno, aiutante maggiore del Settimo Reggimento Bersaglieri, ricordando come il militare siciliano voleva "rendersi utile agli altri nel proprio lavoro di militare e in quello che la vita sociale gli avrebbe certamente riconosciuto". La famiglia del capitano La Rosa si è fermata sotto l’aereo, insieme alle autorità schierate. La bara, avvolta nel Tricolore, è stata fatta scendere dall'aereo a spalla da otto commilitoni del capitano, seguita da un altro militare con un cuscino rosso dove sono stati posti la sciabola d’ordinanza e il cappello piumato dei bersaglieri. Davanti al picchetto d’onore formato dalla fanfara dei bersaglieri e da una rappresentanza interforze, c’è poi stata la benedizione dell’ordinario militare, monsignor Vincenzo Pelvi. Quindi, l’omaggio di Enrico Letta, che ha accarezzato con una mano il feretro rimanendo davanti alla bara.

Sono stati quindi resi gli onori militari con l’esecuzione del "Silenzio".

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