Ai Comuni in rosso 800 milioni niente a imprese e sindaci virtuosi

Ai Comuni in rosso 800 milioni niente a imprese e sindaci virtuosi

RomaUn punto percentuale di imposte in più per chi ha la sfortuna di abitare in una Regione in rosso, taglio al fondo per i rimborsi fiscali alle aziende e meno trasferimenti ai comuni virtuosi, per mettere un po' di soldi nelle casse dei sindaci che hanno speso troppo o che hanno incassato meno del previsto dalla prima rata dell'Imu. La spending review è al giro di boa e le sorprese, nell'ultimo giorno di esame da parte della commissione Bilancio del Senato, non sono mancate. Innanzitutto sono arrivate le concessioni ai comuni, dopo le proteste dei sindaci.
L'emendamento dei relatori destina 800 milioni di euro ai comuni attraverso le regioni a statuto ordinario, alle quali sono state aggiunte anche Sicilia e Sardegna. «Una partita di giro», attacca la Lega. Una parte dei fondi, 300 milioni, arrivano infatti dal «patto di stabilità orizzontale», quello che premia i comuni che riducono il proprio bilancio e penalizza chi aumenta le spese. Viene «mitigato il patto di stabilità», spiegavano fonti della maggioranza. Con il rischio, che le risorse vengano sottratte agli amministratori virtuosi. Gli altri 500 milioni sono prelevati da un fondo, denuncia il senatore della Lega Massimo Garavaglia, «che serve per i rimborsi fiscali alle aziende». In sostanza quello dei crediti di imposta.
I soldi, servono a coprire i buchi dei comuni con problemi di liquidità e verranno erogati ai sindaci, non dallo Stato, ma dalle Regioni. «Il meccanismo - spiega Garavaglia - fa sì che una parte se la tengano le Regioni». L'emendamento riporta anche una tabella con la ripartizione degli 800 milioni. La cifra più consistente va alla Sicilia con 171 milioni. Seguono la Lombardia con 83 milioni e la Sardegna con 82 milioni. Al Veneto, che ha gli stessi abitanti della Sicilia, vanno 29 milioni.
Cauta soddisfazione dell'Anci, l'associazione dei Comuni. Il presidente Graziano Delrio ha spiegato che la misura degli 800 milioni è stata concordata. «Non cambia nulla sui nostri bilanci, ma si potranno sbloccare pagamenti alle imprese». La quota che va ai comuni potrà infatti essere destinata ai residui passivi, che comprendono i crediti dei fornitori. «È una boccata d'ossigeno per i comuni che avevano problemi di cassa, ma non si risolve niente. A settembre il problema si riproporrà con il patto di stabilità», ribatte Garavaglia.
Per l'immediato il problema si pone per i comuni virtuosi, tanto che ieri sera in commissione i senatori stavano ancora cercando un'alternativa per compensare il mancato premio. Ancora aperto, fino a ieri sera, anche il capitolo Province. I lavori sono andati avanti fino alla notte con l'obiettivo di portare il testo in Aula oggi.
L'altra sorpresa della spending review è una concessione alle Regioni alle prese con piani di rientro, che per i contribuenti si tradurrà in più tasse a partire dal prossimo anno. In pratica si autorizzano Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Sicilia, Calabria, Piemonte e Puglia ad alzare fino all'1,1%, invece che allo 0,5%, sin dall'anno prossimo (invece che dal 2014) l'addizionale regionale Irpef per far fronte ai loro deficit sanitari.


Unica novità in linea con lo spirito della spending review, un tetto di 300mila euro per gli stipendi dei manager delle società non quotate partecipate dallo Stato, che comprende la Rai. È passato con un emendamento della Lega Nord presentato da Garavaglia.

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