RomaRoma spegne il Colosseo in segno di solidarietà verso i due marò rinchiusi in un carcere indiano. Un gesto altamente simbolico e dal forte impatto emotivo per tutta la città allo scopo di sottolineare la vicinanza della Capitale nei confronti di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due fucilieri della Marina militare, bloccati nel Paese asiatico perché accusati della morte di due pescatori indiani.
Il prossimo mercoledì (3 aprile) si spegneranno le luci dell'anfiteatro Flavio e, per la prima volta, del Foro Romano e dei Mercati di Traiano. È lo stesso sindaco Gianni Alemanno ad annunciarlo attraverso un comunicato. «L'idea - spiega il sindaco - è di rinnovare la nostra vicinanza ai due militari attraverso un gesto simbolico e di solidarietà, che sono certo vedrà la partecipazione di tanti cittadini, e con il quale vogliamo mantenere alta l'attenzione per riportare a casa quanto prima i nostri soldati».
Il Pdl romano ha subito aderito all'iniziativa promossa dal sindaco. «Con lo slogan Salviamo i nostri marò - spiega Gianni Sammarco, coordinatore romano del partito - saremo insieme al Colosseo a tanti concittadini per esprimere la nostra vicinanza ai soldati». «È necessario non abbassare la guardia - ammonisce Sammarco - soprattutto in questo momento e spingere con questo gesto il lavoro della diplomazia affinché riesca a riportarli a casa».
Alzano l'asticella della solidarietà due consiglieri comunali del Pdl, Federico Guidi e Lavinia Mennuni. I due esponenti del Pdl esortano tutti i romani a un gesto deciso il prossimo 3 aprile. «Invitiamo tutti i romani - spiegano Guidi e Mennuni - a spegnere per un minuto le luci delle loro abitazioni e dei loro negozi in concomitanza dello spegnimento del Colosseo».
Non è la prima volta che il Campidoglio si mobilita per Girone e Latorre. Mesi fa alcuni consiglieri avevano esibito magliette con l'effigie dei due militari in aula Giulio Cesare, mentre uno striscione che li ricorda è stato più volte esposto in piazza del Campidoglio.
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