Alfano annuncia la scissione: "Non aderiamo a Forza Italia"

Alfano incontra i governativi e annuncia la scissione nel Pdl: "Prevalse forze estreme, non aderiamo a Forza Italia. Ma sosterremo Berlusconi". Fitto: "Atto gravissimo". Nasce Nuovo centrodestra: 26 deputati e 30 senatori. Schifani si dimette da capogruppo al Senato. E Casini sale subito sul carro del vicepremier: "Alfano avrà molti più parlamentari di oggi"

Alfano annuncia la scissione: "Non aderiamo a Forza Italia"

Sancita la scissione nel centrodestra. Alla vigilia del Consiglio nazionale che porterà alla rinascita di Forza Italia, Angelino Alfano annuncia la nascita di nuovi gruppi: "Mi trovo qui per compiere una scelta che non avrei mai pensato di compiere. Sono prevalse forze estreme nel partito, per questo non aderirò a Forza Italia", ha detto il vicepremier durante la riunione con i governativi.

In parlamento nasceranno così due nuvi gruppi autonomi composti da 26 deputati e 30 senatori che prenderanno il nome di Nuovo centodestra, che sosterranno il Cavaliere "dall'interno del governo, a iniziare da una giustizia più giusta e dall'abbassamento delle tasse", come ha affermato lo stesso ministro degli interni. "Sento fortissimo il bisogno di ribadire che in questi 20 anni non abbiamo sbagliato speranze, ideali e persona. Siamo amici del presidente Berlusconi a cui ribadiamo amicizia e sostegno", ha aggiunto Alfano, "Saremo attaccati, ma non avremo paura, combatteremo per affermare le nostre idee. Questa sera abbiamo un grande alleato: la nostra buona coscienza, la buona coscienza di chi le ha provate tutte prima di arrivare a questa decisione".

Intanto arrivano i primi cambiamenti a Palazzo Madama, con le dimissioni di Renato Schifani. "Dopo aver preso atto della costituzione del nuovo gruppo al Senato, nato da una costola del Pdl, ritengo doveroso rassegnare le mie dimissioni da presidente del gruppo del Popolo della Libertà a Palazzo Madama". Dopo di lui ha lasciato l'incarico anche il vicecapogruppo Giuseppe Esposito, che promette fedeltà al governo.

L'annuncio arriva in una giornata tesa per il Pdl, con Silvio Berlusconi impegnato in una serie di incontri volti a mantenere l'unità del partito. Immediata la delusione nelle parole dei cosiddetti lealisti. "Sono davvero dispiaciuto. Mai avrei pensato che Angelino Alfano, trattato come un figlio dal presidente Berlusconi, potesse tradirlo", ha detto Gianfranco Miccichè. "Da Alfano è venuto un atto gravissimo contro la sua stessa storia e contro Silvio Berlusconi, i nostri programmi e i nostri elettori. Il vero popolo di centrodestra giudicherà", ha aggiunto Raffaele Fitto, mentre Daniele Capezzone ipotizza che sotto la scissione ci sia altro: "Leggo che Angelino Alfano parla di nuovo centrodestra. Ma l’attaccamento a poltrone e poltroncine non è una cosa molto nuova...", ha detto il presidente della Commissione Finanze della Camera.(ANSA).

Ma da altre parti c'è chi non aspettava altro.

Come Pier Ferdinando Casini che, riferendosi al numero di parlamentari che appoggerano Alfano, vaticina: "Saranno di più, molti di più. Non è Alfano che ha rotto con Berlusconi, ma Berlusconi che ha rotto con Alfano così come Berlusconi ha rotto con tutti quelli che lo hanno abbandonato".

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