Alfano e i ministri del Ncd: "Alle europee corriamo da soli". Mussolini li zittisce: "Buffoni, buffoni!"

I ministri indicono una conferenza per lodare il governo. Neppure una parola sul Cav. Irrompe la Mussolini urlando "buffoni". Loro sorridono, toccherà ai cittadini zittire quel ghigno

Alfano e i ministri del Ncd: "Alle europee corriamo da soli". Mussolini li zittisce: "Buffoni, buffoni!"

Come se niente fosse. I ministri del Nuovo centrodestra hanno sfilato davanti ai flash dei fotografi e agli obiettivi dei cineoperatori per mettere il cappello su una manovra scalcagnata e infarcita di tasse. Come se niente fosse. Tutti impettiti, in sala Koch, a presentare la legge di Stabilità e, in particolar modo, il decreto che riguarda l'Imu sulla prima casa e sui terreni agricoli. Come se niente fosse. Non è mancato nemmeno il vicepremier Angelino Alfano. Tutta la pattuglia si è presentata al gran completo: ministri e sottosegretari a sorridere ai giornalisti e a lodare l'operato del governo. Come se ieri il Senato, coi voti dei loro stessi alleati, non avesse cacciato Silvio Berlusconi dal parlamento.

Nessuno parla della decadenza. Maurizio Lupi si è limitato a citarla, prima della conferenza stampa, ai microfoni di Radio Anch'io: "Certamente, non solo vent’anni di storia non si cancellano ma, in democrazia, milioni di cittadini lo votano". Il ministro dei Trasporti ci ha tenuto a ricordare che la sfida il Nuovo centrodestra di Alfano punta a "costruire, insieme a Berlusconi, un nuovo grande centrodestra". Un proposito buono che va a cozzare con la decisione di rimanere al governo con chi ha pugnalato alle spalle il Cavaliere macchiando, ancora una volta, la democrazia italiano. Per Lupi la battaglia contro la decadenza è "legittima", ma non è sufficiente a "mandare il paese in una crisi al buio". Così, poche ore dopo il voto liberticida, eccolo sfilare insieme agli altri ministri ex pidiellini in sala Koch per illustrare la legge di Stabilità. "Adesso sentiamo ancora di più la responsabilità di stare nel governo perché rappresentiamo milioni di cittadini del centrodestra che ci chiedono di portare il Paese fuori dalla crisi sulla base delle nostre proposte e dei nostri temi - ha spiegato Lupi - questa è la responsabilità su cui ci impegneremo e su chi saremo misurati". E giù a snocciolare i risultati ottenuti, gli impegni mantenuti, le riforme messe in cantiere. Così, se il viceministro all’Economia Luigi Casero assicura di "non aver amentato le tasse", il ministro della Salute Beatrice Lorenzin si vanta di aver evitato, "per la prima volta dopo dieci anni", che i fondi alla sanità venissero tagliati. E ancora: il ministro alle Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello ha premesso mari e monti annunciando una pronta revisione della legge elettorale e della Costituzione.

A tracciare le prossime mosse del Nuovo centrodestra, però, è toccato ad Alfano. "Noi abbiamo parlamentari sufficienti per tenere in vita il governo, ma anche viceversa", ha spiegato il vicepremier che, dopo le primarie dell'8 dicembre, vorrebbe siglare con il Partito democratico un nuovo contratto di programma che vuole chiamare "Italia 2014". L'obiettivo è consolidare la sua nuova formazione politica per portarla al prossimo appuntamento elettorale, le europee che si voteranno a maggio dell'anno prossimo. Correranno da soli, insomma. Ma, si nè affrettato a precisare, "la coalizione ideale per vincere le elezioni sarà quella del centrodestra". Ovviamente. Perché, sebbene faccia il possibile per non parlare di Berlusconi, Alfano (come tutti gli altri ministri e sottosegretari che gli siedono accanto) sa benissimo che quella poltrona da vicepremier la deve solo al Cavaliere. Ad ogni modo, la sintesi della conferenza stampa la fa molto bene Alessandra Mussolini che, mentre i ministri del Nuovo centrodestra sciorinano promesse e buoni propositi, li fa ripiombare alla realtà. Un'incursione ruvida ma efficace, come direbbe Berlusconi.

La senatrice azzurra si affaccia dalla porta di Sala Koch e urla: "Buffoni, buffoni!". I ministri restano impassibili, anzi sui volti di alcuni appare un leggero sorriso. Un sorriso amaro che, alle prossime elezioni, penseranno gli italiani a trasformare in muta sconfitta.

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