Alfano e Marina riportano la pace
29 Ottobre 2013 - 08:18Nello stesso giorno il vicepremier giura lealtà a Berlusconi e la primogenita esclude la discesa in campo: i dissidi stanno svanendo

Roma - Angelino Alfano decide di fare chiarezza e di dichiararsi «berlusconiano doc» con pochi «se» e pochi «ma», aprendo a una ricucitura. Marina Berlusconi detta l'ennesima smentita e cancella ancora una volta dalla lavagna delle ipotesi la sua evocatissima discesa in campo. Nell'infinita querelle sulle scelte future di un Pdl in via di trasformazione verso Forza Italia, all'orizzonte si apre uno spiraglio per una possibile ricomposizione della frattura verificatasi in occasione dell'Ufficio di presidenza. E nello stesso giorno, forse non casualmente, arriva un «no» quantomai netto da parte della primogenita del leader del centrodestra a un suo possibile debutto in politica.
Le parole del ministro dell'Interno sono chiare, quasi scandite, ad allontanare quelle voci di scissione, alimentate anche da alcuni suoi compagni di corrente. «I sottoscritti consiglieri nazionali - dice il vicepremier - si riconoscono nella leadership di Silvio Berlusconi, ovviamente a cominciare da me». «Questo - aggiunge Alfano - sarebbe il primo rigo di ogni documento che io dovessi sottoscrivere». La frenata o la puntualizzazione, a seconda dei punti di vista avviene nel corso della presentazione dell'ultimo libro di Bruno Vespa, Sale, Zucchero e Caffè, in uscita il prossimo 7 novembre. «Non è vero che circola un documento degli innovatori da far sottoscrivere per il prossimo consiglio nazionale». Nessuna conta, dunque, ma la ricerca di un confronto politico sul modello di partito da adottare. «Il dubbio non è la leadership di Berlusconi e neanche il nome di Forza Italia, che richiama anni bellissimi. Ci sono altre questioni su cui crediamo si debba discutere e le porteremo all'attenzione nei prossimi giorni». Una presa di posizione che fa seguito alle parole di Renato Brunetta: «Non faranno un gruppo autonomo. Alfano sta con Berlusconi. È cosa ben diversa da Fini. Disuniti si perde» (anche se un po' a sorpresa un sondaggio Ipr per il Tg3 svela che attualmente il Pdl è attestato al 23,5% ma in caso di scissione potrebbe ottenere il 17% con Forza Italia e il 10% con il Pdl «alfaniano»). E anche Saverio Romano sottolinea che «le parole di Lupi e Alfano, con l'adesione all'appello di Berlusconi per Forza Italia, sono una novità che non va ignorata».
Toni netti - che si concludono quasi con la preghiera di non tirarla più per la giacca - si ritrovano anche nel comunicato di Marina Berlusconi. «Di fronte alle ennesime voci e a ricostruzioni giornalistiche totalmente lontane da ogni pur minimo collegamento con la realtà, ancora una volta mi vedo costretta a smentire, e nel modo più tassativo: non ho mai avuto e non ho alcuna intenzione di impegnarmi in politica». «Per la politica ho grande rispetto, ma amo moltissimo il mio lavoro e le aziende nelle quali sono impegnata da ormai oltre vent'anni. Questo è il mio presente, e questo sarà anche il mio futuro. Vi prego di prenderne atto». Una scelta su cui si sofferma anche Fedele Confalonieri. «Spero che né Marina né Barbara siano condannate a fare politica». «Ha convinto lei Marina a rimanere in azienda?», gli viene chiesto. «No, no, io sono quasi out, però quasi. Un po' mi ascoltano». A chiudere il cerchio ci pensa Maurizio Lupi che offre un'altra chiave di lettura sul gran rifiuto di Marina Berlusconi. «Nessuno di noi ha mai messo in discussione la leadership di Berlusconi, sia perché in questi vent'anni con lui abbiamo fatto un grande partito, sia perché le leadership si impongono e Berlusconi è votato ancora da milioni di italiani. Marina rinuncia a una cosa che non c'è e quindi non si può commentare una cosa che non c'è».
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