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Alfano: "Non prevalgano gli estremismi o sarò diversamente berlusconiano"

Il vicepremier portavoce delle colombe. Domani vertice di partito col Cav che assicura: "Nessuno ci dividerà"

Alfano: "Non prevalgano gli estremismi o sarò diversamente berlusconiano"

La presa di posizione di Angelino Alfano si fa attendere. All'indomani della decisione di Silvio Berlusconi di staccare la spina al governo Letta, arrivano prima - col contagocce - i distinguo dei ministri. In mattinata, uno dopo l'altro, Gaetano Quagliariello e Beatrice Lorenzin rassegnano le dimissioni e, al tempo stesso, fanno un passo indietro da Forza Italia. Nel primo pomeriggio tocca, invece, a Maurizio Lupi prendere le distanze dalle posizioni più estreme che convivono nel partito e, quindi, chiedere ad Alfano di "mettersi in gioco". Il vicepremier ha rotto il silenzio solo dopo un lungo braccio di ferro senza esclusioni di colpi tra quelli che, ormai da tempo, sono conosciuti come "falchi" e colombe". "Nel partito non possono prevalere posizioni estremistiche estranee alla nostra storia - ha spiegato Alfano - se sono quelli i nuovi berlusconiani, io sarò diversamente berlusconiano".

Da domani con le conferenze dei capigruppo di Camera e Senato convocate per le 14,30 a Montecitorio e alle 16 a Palazzo Madama si apre il percorso della verifica parlamentare chiesta dal premier Enrico Letta. Nel tardo pomeriggio il presidente del Consiglio salirà al Colle per discutere con il Presidente Giorgio Napolitano i prossimi passaggi, ma intanto appare scontato che tra martedì e mercoledì ci sarà un voto di fiducia. Il risultato è tutt'altro che scontato. Sebbene il segretario piddì Guglielmo Epifani si sia espresso contro ai "governicchi", molti democratici sognano un eventuale Letta bis. Ipotesi che potrebbe trovare terreno fertile anche in un manipolo di transughi del Pdl. All'interno del partito guidato dal Cavaliere non mancano, infatti, i malumori ingenerati dal repentino precipitarsi della situazione. Il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri invita il partito a non abbandonarsi a "spaccature tra falchi e colombe", ma piuttosto a far fronte alla necessità di "un dibattito franco" che coinvolga tutte le anime. Tuttavia, Forza Italia si trova a dover fare i conti con l'addio di Quaglieriello e della Lorenzin e delle perplessità delle colombe per come è stata gestita la crisi politica. Perplessità che non sono state lesinate nemmeno da Alfano. "La mia lealtà a Berlusconi è longeva e a prova di bomba, la lealtà non è malattia dalla quale si guarisce - si tiene a sottolineare il vicepremier - oggi la lealtà mi impone di dire che non possono prevalere posizioni estremistiche estranee alla nostra storia, ai nostri valori e al comune sentire del nostro popolo". Proprio per questo, è il ragionamento di Alfano, se prevarranno le posizioni più vicine ai "falchi", "il sogno di una nuova Forza Italia non si avvererà". "So bene che quelle posizioni sono interpretate da nuovi Berlusconiani - ha concluso - ma, se sono quelli i nuovi berlusconiani, io sarò diversamente berlusconiano".

Sebbene Jole Santelli assicuri che la posizione delle colombe racchiuda "con evidenza plastica il pensiero di tanti" pidiellini, le parole di Alfano non sono affatto piaciute ai vertici del partito che hanno subito serrato le fila intorno al Cavaliere. Michaela Biancofiore, per esempio, ha invitato i ministri a "non idolatrare i capi dell’ultima ora, magari incensati dalle Cancellerie europee internazionali, ma che poi tali non sono per gli italiani". Per Giancarlo Galan, in realtà, il problema è che Alfano è "berlusconiano a stagioni alterne", mentre per Sandro Bondi parlare di estremismo non solo è "un errore", ma significa anche avvallare "una realtà inesistente". Sicuramente, domani ai gruppi ci sarà l'occasione più opportuna per riflettere e discutere il futuro e le prossime mosse di Forza Italia. "Decideremo insieme la linea - ha assicurato Berlusconi intervistato da Studio Aperto - sono assolutamente certo che nulla e nessuno ci dividerà".

Da qui la speranza che alle prossime elezioni i moderati sapranno restare uniti.

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