sNo, non puoi andare in cattedra perché hai un profilo troppo militante, orientato sulle tesi del revisionismo storiografico, teso a rivalutare autori di destra. E se pubblichi carteggi tra Occhini e Papini, un saggio su Soffici e il diario di tuo padre, artista di spicco del '900, «per quanto originali» rivaluti la cultura del fascismo. Ergo, scrivi cose modeste. E poi scrivi per giornali, vai in tv.
Neanche tu puoi andare in cattedra, non sei pertinente alla materia nonostante la tua marea di pubblicazioni filosofiche in Italia e all'estero, la tua biografia su Gentile, edita dal Mulino, i tuoi saggi su Hobbes, Croce e Ugo Spirito, la rivista che dirigi con l'autorevole comitato scientifico, perché critichi le tesi di Canfora, frequenti autori di destra e sei stata stroncata da un mazziere culturale dell'Unità. E tu nemmeno perché i tuoi numerosi saggi su Schmitt, Miglio, Gentile hanno un'impronta fortemente ideologica.
La prima è Simonetta Bartolini e insegna letteratura all'università di Roma, la seconda è Daniela Coli e insegna filosofia all'università di Firenze e il terzo è Alessandro Campi che insegna a Perugia. Li hanno bocciati con quelle motivazioni tre commissioni infarcite di docenti orientati se non militanti di sinistra.
A parti invertite immaginate cosa accadrebbe se gli stessi criteri valessero per i prof di sinistra: bocciati perché considerati troppo militanti, non attinenti, perché rivalutano autori di sinistra, perché dedicano monografie ai loro padri, artisti e partigiani, o perché scrivono su giornali, riviste o vanno in tv. Sarebbe una strage, scoppierebbe la guerra civile...
Tre casi accaduti nell'arco di poche settimane sono un segnale allarmante, e la spia di quell'antica faziosità da mafia ideologica che domina nel nostro paese, con l'aggravante che se lo denunci, fatui pappagalli cerchiobottisti dal loro trespolo ti accusano di vittimismo. Poi vi chiedete perché la cultura è solo da una parte e il resto sono barbari.O perché non si leggono recensioni di alcuni autori e non si discute di alcuni libri, e fingono che non esistano.
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