La discesa in piazza in difesa della Costituzione contro gli attacchi del Cavaliere, e un pubblico endorsement contro la legge Bossi-Fini sull'immigrazione: sono questi gli unici precedenti extraprocessuali di Oscar Magi, presidente del tribunale che ieri ha condannato Silvio Berlusconi a un anno di carcere per concorso in rivelazione di segreto d'ufficio. Nella ormai lunga carriera in toga Magi - sessant'anni a giugno, in magistratura dal 1978 - ha sempre dato prova di rigore ed equilibrio. E di non avere timori reverenziali verso le richieste della Procura della Repubblica, quando le riteneva inaccettabili.
Il caso più recente e noto è quello del processo Abu Omar, per il rapimento dell'imam estremista da parte di un commando di agenti della Cia. Di fronte al segreto di Stato imposto sulla vicenda dai governi Prodi e Berlusconi, Magi chiese l'intervento della Corte Costituzionale: e quando la Corte confermò il segreto, prosciolse - contro il parere del pm Armando Spataro - tutti gli agenti dei servizi segreti italiani accusati di complicità con gli 007 Usa. Ma di lui si ricordano anche severe condanne: come quella contro Google per violazione della privacy (poi annullata in appello), contro l'ex ministro Sirchia, contro le banche che rifilarono al Comune di Milano i derivati-truffa.
La seconda giudice del collegio, Monica Amicone, è passata finora senza lasciare grandi tracce nelle cronache.
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