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Amato rientra a Palazzo: ora è giudice costituzionale

RomaGiuliano Amato colleziona un altro incarico di prestigio. L'ex parlamentare socialista, due volte premier, ex ministro del Tesoro e dell'Interno, vice presidente della Convenzione europea e attuale presidente dell'Istituto Enciclopedia Treccani, è il nuovo membro della Corte Costituzionale.
Il decreto di nomina è stato firmato ieri dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che lo ha chiamato a sostituire Franco Gallo, che cesserà dalle funzioni di giudice e presidente della Corte lunedì prossimo. Dopo la controfirma del presidente del Consiglio, Enrico Letta, in mattinata la decisione è stata comunicata ufficialmente anche ai presidenti di Camera e Senato. Il giuramento al Quirinale del giurista settantacinquenne è previsto per mercoledì prossimo e subito dopo partirà la battaglia per l'elezione del nuovo presidente della Consulta, che potrebbe essere uno dei due attuali vicepresidenti, Luigi Mazzella e Gaetano Silvestri, il primo eletto dal Parlamento per volere del centrodestra e il secondo su richiesta del centrosinistra.
Non sarà un passaggio facile considerando che l'investitura di Amato, apprezzata da Pdl e Pd, è stata duramente criticata dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega, con il solito strascico di polemiche e offese.
«La canea che accompagna questa nomina è disonesta e vergognosa - interviene Giuliano Cazzola di Scelta Civica -. Ma lo è ancora di più il silenzio di chi avrebbe il dovere di difendere l'ottima scelta di Giorgio Napolitano». «È stato indicato un uomo di equilibrio e competenza “nonostante” la lunga e appassionata militanza politica - fa eco il senatore del Pdl, Maurizio Sacconi -. Con ogni probabilità il suo equilibrio si rivelerà superiore a quello dei cosiddetti “tecnici puri” che non sono mai scesi nell'agone politico, ma che nondimeno hanno talora espletato la loro alta funzione con intollerabile faziosità». Scende in campo anche Mariastella Gelmini: «Capiamo che questa nomina non piaccia ai dilettanti allo sbaraglio della politica e ai nostalgici del giustizialismo, entrambi propugnatori di un'Italia divisa e governata non dalla politica ma da magistrati politicizzati».
Il senatore del Pd Miguel Gotor elogia l'«esperienza istituzionale e la competenza» di Amato mentre per il collega Giacomo Filibeck la scompostezza degli attacchi della Lega e del M5S «rivelano la totale mancanza di rispetto e comprensione delle più alte istituzioni della Repubblica e del delicato ruolo che svolgono». «Le vaste competenze di Amato - dice Marco Di Lello (Psi) - sono indiscutibili e altrettanto conosciuto è il suo assoluto rispetto per le regole. Lega e Movimento 5 Stelle si sono distinti nella solita campagna di ingiurie. Sappiamo che non verranno tenuti in alcun conto perché i “ragli dell'asino non arrivano al cielo”». Anche Guglielmo Vaccaro punta il dito contro Grillo: «Sono tristissime e gratuite le polemiche agitate dal reuccio dei provocatori che cerca notorietà strusciando il suo nome contro quello di uno tra i più insigni ed apprezzati studiosi italiani». Ma i grillini non mollano e come al solito tuonano in rete. Per Riccardo Fraccaro, Giuliano Amato non è solo un «pensionato d'oro» ma anche l'«ex tesoriere di Craxi». Più crudo il commento di Carlo Sibilia: «Amato rappresenta degnamente lo schifo, il disgusto, l'indecenza, l'obbrobrio, l'orrore, il ribrezzo perpetrato negli anni dalla Casta politica italiana». «Il Dottor Sottile - incalza - è quanto di più lontano dal senso di legalità, moralità ed etica che vorremmo vedere oggi nel nostro paese». Dal Carroccio arriva invece la stilettata di Matteo Salvini: «Penso tutto il male possibile di Napolitano».

E Raffaele Volpi, vicepresidente dei leghisti a Palazzo Madama, affonda il colpo: «Credo che nel panorama dei giuristi senz'altro ci fosse una gran quantità di personalità più qualificate per quel ruolo, figure con una storia personale più lontana dalla politica di quella di Amato».

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