Qatargate

"Un amico intimo". Una nota rivela i legami tra Panzeri e il Marocco

Alcuni documenti riservati confermerebbero il rapporto tra Antonio Panzeri e i diplomatici di Rabat. In una nota del 2013, l'ex europarlamentare veniva definito "amico intimo del Marocco"

"Un amico intimo". Una nota rivela i legami tra Panzeri e il Marocco

Più passano le ore, più il caso Qatargate è destinato ad allargarsi. Sia sul versante politico sia sul piano geografico. Nei giorni scorsi gli inquirenti belgi, autori dell’indagine che ha portato in carcere l’ex eurodeputato Antonio Panzeri e il suo ex assistente Francesco Giorgi, hanno reso noti i tentativi di corruzione da parte del Qatar. Oggi il quadro geografico sembra allargarsi e la pista marocchina dell’indagine si fa sempre più concreta.

La lettera del 2011

Il legame tra Antonio Panzeri e il Marocco potrebbe essere confermato - e qua ci riserviamo di aspettare la ratifica degli inquirenti - da una serie di documenti riservati di Rabat. A rivelare queste carte è un’inchiesta delle testate belghe Le Soir e Knack che ricostruisce il rapporto tra il Parlamento europeo e il Marocco partendo dai documenti pubblicati da un hacker marocchino dal nome anglosassone, Chris Coleman. Da almeno 11 anni Antonio Panzeri era stato scelto dal Marocco per difendere gli interessi di Rabat all’interno del Parlamento europeo. È quanto emerge da una corrispondenza tra il ministro degli Esteri marocchino e l’ambasciatore di Rabat presso l’Unione Europea inviata nel 2011 e ripresa questa mattina da La Stampa. La lettera fa riferimento a una visita a Tindouf di Antonio Panzeri. Tindouf è la città algerina dove ha sede il governo in esilio della Repubblica Araba Democratica dei Sahrawi, chiamata anche Sahara Occidentale. L’oggetto della visita è significativo perché rientra negli interessi politici del Marocco: mantenere il controllo del Sahara Occidentale, regione rivendicata da Rabat.

Il "messaggio di Panzeri"

La preparazione di questa visita (e questo sarebbe il dato rilevante) certifica un contatto e una stretta organizzazione tra Panzeri e le autorità marocchine. A pochi giorni della partenza infatti, emerge una nota diplomatica dell’ottobre 2011 dove si porta all’attenzione di Rabat un colloquio informale tra un consigliere di Panzeri e l’ambasciatore marocchino presso l’Ue. Panzeri in quel momento era presidente della Commissione Maghreb del Parlamento; quindi potrebbe essersi trattato di un normale contatto diplomatico. Tuttavia il messaggio di Panzeri, riferito da un suo consigliere alle autorità marocchine, sembrerebbe nascondere secondi fini. “La visita a Tindouf - recita il documento - è indispensabile per supportare la credibilità del sig. Panzeri presso l’Algeria e il Polisario, visto che lui è stato accusato di essere pro-Marocco. Non è nell’interesse del Marocco che il sig. Panzeri sia percepito come tale” . Panzeri, secondo quanto riferito dal suo consigliere alle autorità marocchine, era molto attento a non nominare l’autonomia né a fare dichiarazioni in quel senso per quanto riguarda il Sahara Occidentale.

Il contenuto del “messaggio di Panzeri", secondo quanto riporta il quotidiano torinese, è stato ampiamente apprezzato dalle autorità marocchine: “A prima vista è rassicurante, l’interessato è molto consapevole della sensibilità della sua visita nei campi di Tindouf e fa uno sforzo per non compromettere i contatti con il Marocco”. Le autorità marocchine sembano approvare “l’ambiguità costruttiva” degli atteggiamenti dell’ex europarlamentare e la sua visione portata avanti per mantenere l’asse Rabat-Bruxelles. Allo stesso tempo i diplomatici di Rabat riconoscono l’importanza strategica del signor Panzeri all’interno degli uffici di Strasburgo. “È difficile non vedervi un capacità di disturbo, in quanto dimostra come l’interessato possa essere un alleato di peso o un avversario da temere”.

"Un amico intimo del Marocco"

In un’altra nota, ma del 2013 (quindi due anni più tardi), Panzeri viene citato nuovamente dalle autorità marocchine sempre in merito di una missione diplomatica presso l’Ue per contrastare gli oppositori del Marocco all’interno del Parlamento. Come riportato dal Corriere della Sera, Antonio Panzeri viene definito “amico intimo del Marocco” e la sua figura viene presa come punto di riferimento per attuare un “Piano d’azione per il Parlamento europeo”.

L’obiettivo finale del piano di Rabat era quello di influenzare le scelte dell’Ue attraverso l’organizzazione di convegni, visite e dibattiti.

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