RomaLa rivendicazione non è arrivata, ma il terreno eversivo confina con il terrorismo di Genova: lantagonismo di matrice anarchica. La procura, la Digos e il Ros dei carabinieri di Livorno battono questa pista a poche ore dallennesimo attentato contro una sede di Equitalia, nella città toscana. La notte di venerdì, intorno alle quattro e mezzo, due bottiglie molotov sono state scagliate contro lingresso della sede di via Indipendenza. Le fiamme hanno danneggiato lesterno del piano terra. Allagguato avrebbero partecipato almeno tre persone, secondo le prime immagini riprese da alcune telecamere della zona. Solo una bottiglia incendiaria è esplosa. «I danni sono minimi, ma il fatto è grave», riassume la questura. Gli inquirenti hanno ascoltato abitanti e commercianti, e tutti i video degli impianti di controllo degli esercizi commerciali e delle banche sono al vaglio degli inquirenti.
Gli attacchi contro lagenzia di riscossione sono ormai quasi giornalieri. Venerdì una busta con della polvere incendiaria è stata spedita nella sede centrale di Roma. E la manifestazione davanti allagenzia di Napoli si è trasformata in guerriglia. Giovedì il premier Mario Monti incontrerà il direttore di Equitalia, Attilio Befera, e i vertici dellagenzia delle entrate.
A Livorno chi ha agito dimostra secondo gli investigatori una «scarsa professionalità». Gli autori non dovrebbero venire da lontano. Per questo si sta già puntando sugli ambienti eversivi legati allanarchia toscana. È tuttaltro che provato che ci sia una regia unica alla base dellattentato allamministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, e di questultima provocazione contro Equitalia. In quel caso era arrivata una rivendicazione in piena regola, recapitata al Corriere della Sera, firmata dalla Fai, la sigla più pericolosa dellanarco-insurrezionalismo. A Livorno gli attentatori hanno lasciato generiche scritte sui muri di fronte, una «scenografia della protesta», la definiscono gli inquirenti: «Lotta Continua», «Equitalia Boia» con il disegno di falce e martello. La mano non è probabilmente la stessa, ma le due aree di eversione comunicano, quantomeno con i gesti. Piccoli gruppi potrebbero cercare di accreditarsi presso la Fai, che già aveva firmato il primo grave attacco a Equitalia del 9 dicembre scorso, quando un ordigno spedito per posta era esploso in via Millevoi nelle mani del direttore generale, Marco Cuccagna.
Limpressione è che un ponte di collegamento, con una comunicazione prima assente, potrebbe formarsi tra generico antagonismo e anarco-insurrezionalismo. Per quanto quella di Livorno sembri uniniziativa poco raffinata e da inesperti, si tratta comunque di «un atto di terrorismo», dice il presidente della Provincia Giorgio Kutufà. Un terrorismo «a bassa intensità», riflette il presidente della regione Enrico Rossi, ma comunque potenzialmente mortale.
Equitalia è ormai il primo degli obbiettivi sensibili, e la vigilanza è rinforzata da giorni in tutte le sedi. Sulla home page del sito continuano a essere pubblicate le lettere di apprezzamento dei cittadini per il lavoro svolto, ma i dipendenti sono sempre più spaventati. Giuseppe, che lavora in uno sportello di Roma, raccontava ieri ai giornalisti di aver chiesto al figlio «di non dire dove lavoro, temo dispetti e ritorsioni». Il sindacato Ugl chiede «alle istituzioni di prendere al più presto provvedimenti a tutela dei lavoratori di Equitalia».
Gli inquirenti stanno tenendo sotto controllo anche i messaggi che circolano in rete. Sul sito indymedia ieri è stato pubblicato un volantino che diceva: «Loro vogliono il tuo sangue. Equitalia. Alleggerisci la tua vita alleggerendo i tuoi pensieri. Carica la tua rabbia. By Radio Azione».
E diversi messaggi anonimi, di ieri e dei giorni precedenti, sono sotto osservazione: «Equitalia è solo il sicario, ma il mandante è lo Stato Italiano».
Il 3 gennaio sempre un frequentatore del sito, che si firmava «anonimo», scriveva: «Equitalia non ha quello che merita.
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