Banche, torna lo stop alle commissioni sui conti in rosso

Banche, torna lo stop alle commissioni sui conti in rosso

Un emendamento fotocopia, presentato da Pdl, Pd, Idv e Lega al decreto banche in Commissione Industria del Senato, ribadisce che gli istituti di credito non possono applicare commissioni per un «rosso» sotto i 1.000 euro o inferiore ai 30 giorni. Il dl reintroduceva le commissioni eliminate dal decreto liberalizzaizoni, che avevano provocato le dimissioni del presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari.
Gli emendamenti riprendono le richieste avanzate dalle associazioni dei consumatori. A presentarli sono stati il capogruppo del Pdl in commissione Industria, Enzo Ghigo, i senatori Pd della stessa Commissione (prima firmataria Anna Rita Fioroni, che presentò l’emendamento abroga-commissioni bancarie al dl liberalizzazioni), nonché i gruppi di Idv e Lega. Queste proposte di modifica escludono anche la commissione di istruttoria veloce, prevista dal decreto «Salva Italia» e, quindi, ripristinata dal decreto in corso di esame a Palazzo Madama.
Tra i 110 emendamenti uno di Elio Lannutti (Idv), vincola le Banche a utilizzare per i prestiti a famiglie e imprese «almeno la metà» dei finanziamenti concessi dalla Bce al tasso dell’1%». Un’altra proposta di modifica della Lega ritorna su una norma del decreto liberalizzazioni elevando a 150 euro la spesa sotto la quale non si paga alcuna commissione se si fa benzina con il Bancomat.
Altri emendamenti rafforzano l’Osservatorio sul credito istituito dal decreto. Per esempio, sia il Pd, sia il Pdl chiedono che il nuovo organismo analizzi l’accesso al credito non solo delle imprese, ma anche delle famiglie. Entrambi i partiti propongono che di esso facciano parte dei rappresentanti del Consiglio nazionale dei consumatori, o che abbiano un potere di segnalare le difficoltà di accesso al credito. Sempre Enzo Ghigo prevede anche multe di 50.000 euro per le banche che non forniscono all’Osservatorio i dati loro richiesti. Corposo anche il numero di emendamenti su Rc auto. Tra questi, uno di Lucio Malan (Pdl) mira a sopprimere una novità introdotta nel dl liberalizzazioni: l’obbligo delle compagnie di praticare identiche tariffe su tutto il territorio a parità di condizioni oggettive e soggettive.

Trasversali sono poi alcuni emendamenti che puntano a sopprimere la norma del dl che, a sua volta, corregge la norma del decreto legge «Salva Italia» che fissa il tetto agli stipendi dei manager pubblici, facendo salvi i contributi previdenziali versati fino al momento dell’entrata in vigore del decreto. Gli emendamenti saranno discussi e votati a partire dalla prossima settimana.

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