RomaAlcuni genitori ancora non ci credono, ma i filmati girati dalle telecamere nascoste in un'aula documentano i maltrattamenti, le violenze e i soprusi che erano costretti a subire i piccoli alunni di una scuola materna di Roma.
Immagini inequivocabili, che hanno convinto il pm Eugenio Albamonte a chiedere l'arresto della maestra Franca Mattei, 63 anni, e della direttrice Maria Rosaria Citti, 57 anni, colpevole a detta della Procura di aver coperto per anni i metodi vessatori di quella collega tanto criticata. E sì, perché in molti si erano accorti che nella sezione F della scuola di infanzia comunale San Romano, a Portonaccio, già dal 2010-2011 c'era qualcosa che non andava. Non solo la collaboratrice scolastica che con la sua segnalazione alla polizia lo scorso febbraio ha fatto partire l'inchiesta, ma anche altre maestre e bidelle i cui sospetti però erano stati messi subito a tacere da quella coordinatrice che emarginava chiunque osasse puntare il dito contro la Mattei. «Se non vedo, non credo», diceva. E nessuna indagine interna è mai partita. Ora, oltre a quella della Procura di Roma che ha portato all'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti delle due donne con l'accusa di maltrattamenti, c'è quella del ministero dell'Istruzione, che ha disposto un'ispezione.
Le 30 pagine dell'ordinanza svelano la storia di bambini di 3 o 4 anni costretti a subire umiliazioni di ogni tipo, percossi, «sgrullati» e insultati per qualche capriccio, disobbedienza o anche senza motivo. Un trattamento che veniva riservato anche ai piccoli con disagi psicologici, compreso un bimbo autistico. La maestra li apostrofava con insulti pesanti: «scemo», «zozzo», «bastardo», «sei una cosa inutile». E giù botte a chi non obbediva. Alcuni bimbi venivano costretti a denigrare e punire i compagni più piccoli: «Vai da lui e schiaffeggialo», imponeva loro la Mattei. Guai a chi si faceva la pipì sotto, rischiava di finire come quell'alunno costretto ad inginocchiarsi e ad asciugare per terra con un fazzoletto di carta dopo essere stato minacciato davanti a tutti di fargliela pulire con la faccia. C'è poi il racconto di una bidella, testimone suo malgrado di un episodio: «Un giorno uno dei bambini (affetto da problemi psico-fisici) - ha rivelato agli investigatori - doveva fare la pipì. La Mattei lo mette seduto sulla tazza, poi comunque lui è un bambino, non è che se gli dici stai buono lui sta buono. Lei ad un certo punto gli dà un pizzone in faccia. Poi si vede che lei si è resa conto che comunque c'ero io, si è girata e mi ha detto: Oddio, mi sono sbagliata, gli volevo dare una carezza. E io le ho detto: Ma tra uno schiaffo e una carezza c'è una differenza. Ad altri che le chiedevano conto dei suoi metodi la maestra diceva: saranno diseducativi, ma funzionano».
I genitori sono increduli. Mai nessun sospetto. Anzi, pare che la sezione F fosse tra le più ambite perché la maestra Franca era apprezzata e benvoluta.
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